JEREMY DUTCHER, il compositore discendente dagli aborigeni canadesi e vincitore del premio Polaris e Juno
annuncia il suo secondo album "MOTEWOLONUWOK" in uscita il 6 ottobre per Secret City Records, via Astarte. Un disco di pop sperimentale, un'esplorazione queer, salvifica e provocatoria dell'indigenità moderna.
di La Redazione
JEREMY DUTCHERè un Two-Spirit* compositore, attivista ed etnomusicologo appartenenete ai Neqotkuk (una delle sei riserve di indigeni Wolastoqiyik nel Canada orientale).
*termine pan-indigeno per discutere le identità interconnesse e intersecanti di genere, sessualità e cultura per coloro che potrebbero altrimenti essere identificati sia come LGBTQ+ che come indigeni.
Il debutto di Dutcher nel 2018, Wolastoqiyik Lintuwakonawa, lo ha portato ai vertici delle performance canadesi, vincendo il Polaris e il Juno Awards, dandogli l'occasione di collaborare con Yo-Yo Ma, Buffy St. Marie e Beverly Glenn Copeland e di esibirsi in una bellissima performance di NPR Tiny Desk, e portandolo a far parte della giuria della Canada's Drag Race.
Dutcher è pronto a tornare con un disco che rappresenta un'esplorazione allo stesso momento commovente e radiosa dell'indigeneità contemporanea e del posto che occupa lui stesso al suo interno, in quello che possiamo senza dubbio considerare il suo lavoro più vasto.
L'ispirazione dell'album Motewolonuwok nasce da una poesia dello scrittore Cherokee Qwo-li Driskill, "From the heavy debris of loss, together we emerge", una storia singolare di un parente Two-Spirit scomparso prematuramente e che ci chiama tutti insieme per testimoniare, celebrare e guarire. Jeremy canta in Wolastoqey - la sua lingua madre, considerata una lingua in via di estinzione - ma al contempo rivisita le tradizioni canore della sua gente dalle rive del fiume Wolastoq, proprio come aveva fatto in precedenza nel suo primo full-lenght. Le canzoni così reinterpretate catturano drammaticamente la bellezza della resilienza della comunità indigena al dolore e al trauma.
Il nuovo album segna anche la prima volta che Dutcher scrive e canta in inglese, una scelta che testimonia la volontà di raggiungere e sensibilizzare un pubblico più ampio con la sua storia e quella della sua gente. Un potente invito alla guarigione e alla comprensione collettiva: “Shared tongue is a beautiful gift, with a complicated reason", ha spiegato Jeremy.
Se il precedente singolo "Skicinuwihkuk" ci raccontava della sovranità della terra, "Ancestors Too Young" (la prima canzone in assoluto che Jeremy abbia scritto in inglese) rappresenta una riflessione sulla paura della perdita che pervade la moderna esperienza indigena. Altre tracce del disco, invece, toccano corde più intime di Jeremy, esplorando la sua identità Two-Spirit: "The Two-Spirit identity is so beautiful because it’s not rooted in a deficit narrative,", ha detto Dutcher.
Da bambino cresciuto nel New Brunswick che "ha fatto coming out" all'età di 12 anni, e anche da adulto che ora vive a Montreal, l'intersezione delle identità è uno spazio liminale che Dutcher continua costantemente a esplorare e che canta inMOTEWOLONUWOK.