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REVIEWSLE RECENSIONI
09/05/2024
Puà
Animali
I Puà con "Animali" propongono un Indie Pop da cameretta che incontra le suggestioni Dream dei Beach House, mescolando il tutto con un po’ di Alt Folk a un’aria leggermente scanzonata. Un esordio folgorante nella sua semplicità, fatto di Synth e chitarre e con un’intesa ed una complicità notevoli. Per chi deciderà di ascoltarlo, sarà decisamente una bella sorpresa.

Edoardo Elia (fondatore del Pom Pom Studio di Roma) e Simona Catalani (Simmcat) si sono incontrati nel 2019 per lavorare ad un brano ed hanno immediatamente riscontrato una sintonia reciproca. Da qui l’idea di mettere su un progetto insieme di cui oggi, dopo una gestazione lunga ma sembrerebbe priva di tortuosità, esce il disco di debutto.

Animali (titolo curioso per un lavoro interamente cantato in inglese) è un esordio folgorante nella sua semplicità, ennesima ma non scontata prova del fatto che alla base di una proposta valida ci sono innanzitutto un lotto di buone canzoni e che queste, per quanto possa sembrare strano in quest’epoca da dominio Social, bisogna saperle scrivere.

I Puà (giuro che è il nome più assurdo che abbia mai sentito, i due dicono che sintetizzi efficacemente le caratteristiche fondamentali della loro musica) in questo campo hanno un talento cristallino, guardano molto di più al mondo anglosassone, piuttosto che in casa propria, con uno spirito che mi ha in parte ricordato un altro duo, se non sbaglio anche loro romani, i Sha la la las, che purtroppo credo siano nel frattempo defunti.

 

L’idea è molto semplice: l’Indie Pop da cameretta che incontra le suggestioni Dream dei Beach House, mescolando il tutto con un po’ di Alt Folk ed un’aria leggermente scanzonata che non sfigurerebbe nelle cose migliori di Mac De Marco.

Suonano entrambi Synth e chitarre e cantano in parti uguali dividendosi i ruoli con grande disinvoltura, manifestando un’intesa ed una complicità notevoli, per cui alla fine è come trovarsi davanti ad un’unica voce.

C’è il valore aggiunto di un batterista straordinario come Francesco Aprili (Giorgio Poi, Tutti Fenomeni, tra gli altri), semplicemente uno dei migliori della scena indipendente italiana, che suona su diversi brani, assieme al collega Adriano Bartoccini, autore anche lui di un’ottima prova, mentre Giampaolo Speziale ha dato una mano soprattutto in sede di produzione, oltre ad aver suonato qualche Synth ed essersi occupato di alcune backing vocal.

Il risultato sono queste nove canzoni, per nulla rivoluzionarie, per nulla sorprendenti, ma che suonano talmente fresche e ispirate da provocare più di un brivido di entusiasmo.

 

I nostri hanno imparato molto bene la lezione dei classici e la applicano sin dall’iniziale “Touch Me”, delicato Indie Pop con arrangiamento minimale e voci sussurrate, con una leggera accelerazione nel finale, momento in cui il brano si colora un po’ di più, secondo uno schema che si ripeterà anche in altre occasioni. È già probabilmente “Magic Dance” il brano migliore del lotto, con un inizio in chiave Dream Pop che sfocia in un ritornello ipnotico e ricco di groove, un pezzo che, nonostante il vestito dimesso, ha tutte le carte in regola per divenire una hit.

Gli ingredienti sono più o meno quelli, il bilanciamento tra Synth e chitarra acustica una soluzione costantemente provata, ma è bene dire che se Edoardo e Simona si dimostrano molto abili quando si muovono su toni eterei e soffusi, quasi zuccherosi (“Demelza”, che per quanto dimessa si avvale di melodie vocali da capogiro; “Fireman”, dolce ed ironica allo stesso tempo, con un che di Belle and Sebastian nel mood generale), il meglio di sé lo danno quando alzano (si fa per dire) il ritmo e aggiungono un tocco di psichedelia: da questo punto di vista, “Beacon Margarita” risulta assolutamente irresistibile, ma anche “Jewel”, con quel piglio vivace e luminoso tipico degli Shins; oppure “King Grace”, con la sezione ritmica che movimenta un po’ le acque ed un non so che di ipnotico nelle linee vocali che mi ha ricordato i Khruangbin di Mordechai.

Entusiasmo fuori luogo? Probabilmente in molti penseranno di sì, ma che volete farci? Su Animali c’è del talento vero, a prescindere da quante persone lo ascolteranno effettivamente.