Su “You Won’t Come Around”, brano in cui la strumentazione cinematografica che da sempre contraddistingue la band viene accompagnata da una melodia pop, Maarten Devoldere rivela: “Le canzoni che parlano della fine di una relazione hanno moltissime sfumature. Questa parla del senso di colpa che ti assale dopo esserti fidato ciecamente del tuo cuore egoista ed esserti lanciato in un nuovo amore”.
Guidati dai co-autori e frontmen Jinte Deprez e Marteen Devoldeere, i Balthazar continuano ad ampliare i loro orizzonti, proprio come avevano iniziato a fare nell’acclamatissimo Fever. Si devono sicuramente anche alla libertà ottenuta nei progetti solisti di Jinte, che ha pubblicato sotto lo pseudonimo di J.Bernardt il progetto dai toni R&B Running Days, e Maarten, che si è invece dedicato al suo lavoro Warhaus, il loro rinnovato approccio alla scrittura e la fluidità del processo creativo, che adesso risulta molto meno limitato rispetto al passato.
Maarten commenta: “abbiamo fatto un sacco di cose che non avevo mai fatto prima d’ora, come ad esempio usare tanti sample di batteria o il bass synth. Quindi è stato pazzesco per noi”. Jinte aggiunge: “abbiamo realizzato questo album in maniera moderna, a causa delle restrizioni imposte per contenere la pandemia ci siamo trovati a lavorare separati e a chiacchierare tra di noi attraverso un computer, piuttosto che in uno studio”.
Sand è un album dalle tinte alt-pop, meno legato ai toni malinconici del passato, che prosegue il percorso intrapreso dai Balthazar negli ultimi anni ed è il loro lavoro più coeso finora. Con Sand, dove ritroviamo tematiche come l’amore, la vita e la perdita, il duo di autori raggiunge vette mai toccate prima, come nella maestosa “On A Roll” che spicca fra le altre. Ritroviamo poi le incredibili doti vocali di Deprez e Devoldere anche nella struggente narrazione di “You Won’t Come Around”, un’allegria pop in “Linger On” e tinte jazz in “Powerless”, che chiude questo nuovo lavoro.
Jinte spiega: “volevamo pubblicare il successore di Fever il prima possibile. Lavorare all’ultimo album era stato divertente e volevamo ripartire da lì”. Maarten conferma: “Non vedo l’ora di portare anche questo nuovo lavoro sul palco, perché nel tour di Fever siamo riusciti a portare il groove a nuovi livelli”.
Sulla copertina dell’album troviamo un’opera del noto scultore olandese Margriet Van Breevort, specializzato in sculture iperrealistiche. È stata originariamente commissionata da uno studio medico in Olanda ed è una delle opere più famose dell’artista. Si chiama “Humunculus Loxodontus” (quello che aspetta) e, secondo quanto detto da Maarten, rappresenta: “come ci si sente quando si è in una sala d’attesa, obbligati ad attendere, pienamente consapevoli ma un po’ imbarazzati. E più andavamo avanti con le ricerche più ci accorgevamo che questa rispecchiava l’idea dell’album”. Un’immagine surreale e in qualche modo alienante, difficile da inquadrare, un po’ come gli strumenti cinematografici, l’energia pop e le melodie che regnano nel mondo musicale dei Balthazar.
Poi concludono: “c’è un tema che ricorre in tutte le tracce, l’attesa, l’irrequietezza, l’essere incapaci di vivere il momento o riporre fiducia nel futuro. Siamo arrivati ad un punto delle nostre vite in cui dobbiamo considerare tutte queste cose, ecco perché l’album si intitola Sand, perché prende il suo nome dalla sabbia che c’è nella clessidra”.
Moment
Losers
On A Roll
I Want You
You Won’t Come Around
Linger On
Hourglass
Passing Through
Leaving Antwerp
Halfway
Powerless