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REVIEWSLE RECENSIONI
You Can Miss Something & Not Want It Back
Sunsleeper
2019  (Rude Records)
ALTERNATIVE ROCK
6,5/10
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07/08/2019
Sunsleeper
You Can Miss Something & Not Want It Back
Nonostante la maturità artistica sia ancora lontana, i Sunsleeper possiedono indubbio talento e, se sapranno seguire la strada tracciata da grandi band di genere, come a esempio i Brand New, dando profondità e spessore alle composizioni, ne ascolteremo delle belle

Se la son presa con calma, i Sunsleeper, hanno fatto passare tre anni dal loro esordio, avvenuto nel 2016 con l’Ep Stay The Same, hanno affinato le idee, trovato dieci canzoni che potessero funzionare, le hanno sistemate, arrangiate e finalmente pubblicate.

Il risultato è questo You Can Miss Something & Not Want It Back, un disco ben curato in fase di produzione e omogeneo nel suono, con cui la band originaria dello Utah ha messo a punto la propria idea di emo rock, perfezionando il songwriting e dando corpo ulteriore alle buone idee già intuite all’esordio.

Il disco, è questa la prima sensazione, è ben suonato e trova forza nell’affiatamento della band e in un suono che, come si diceva, risulta coerente, compatto ed equilibrato. In linea con le caratteristiche del genere, la scaletta procede tra atmosfere malinconiche, melodie facilmente assimilabili, a cui, per converso, fanno da contraltare improvvise bordate di chitarra e grintose accelerazioni.

Tuttavia, come spesso accade nei dischi emo, il confine tra una grande canzone e un prodotto di facile ascolto, buono per la truppa, è assai labile. Così i Sunsleeper oscillano fra brani ispirati e sorretti da buone idee, che richiamano alla mente la miglior tradizione emo di inizio millennio, e altri momenti totalmente prescindibili.

L’apertura carezzevole di Feel The Same, così semplice e diretta, è un ottimo biglietto da visita; ma le doti della band sono confermate anche dalla sognante progressione di Souvenir, dalle accelerazioni di No Cure, dall’ottimismo sferragliante di I Hope You’re Ok o dalla melodia nebulizzata della conclusiva Home.

Ci sono però anche episodi più banalotti, che tolgono spessore alla scaletta, come la prevedibile Casual Mistakes o il mood adolescenziale delle chitarre pop punk di Soften Up.

Piccoli difetti che, però, non pesano più di tanto sull’economia di un disco gradevolissimo e di facile ascolto. Nonostante la maturità artistica sia ancora lontana, i Sunsleeper possiedono indubbio talento e, se sapranno seguire la strada tracciata da grandi band di genere, come a esempio i Brand New, dando profondità e spessore alle composizioni, ne ascolteremo delle belle. Comunque sia, promossi.


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