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REVIEWSLE RECENSIONI
25/07/2024
Cigarettes After Sex
X's
Il nuovo album dei Cigarettes After Sex, X's, è un disco piacevole, con diversi buoni momenti al proprio interno, ma alla lunga crea un certo effetto noia. Se siete già fan avrete nuovi motivi per amarli, per i detrattori, nulla di nuovo sotto il sole.

Prima o poi qualcuno riuscirà a spiegare per bene le ragioni dietro al successo dei Cigarettes After Sex. O forse no, perché il fenomeno, da qualunque parte lo si guardi, contiene decisamente troppi elementi di stranezza ed imprevedibilità.

Eravamo in effetti rimasti stregati da quel primo EP di quattro brani, intitolato semplicemente I, uno dei quali, “Nothing’s Gonna Hurt you Baby”, avrebbe spopolato poco dopo su YouTube, donando al gruppo una sovraesposizione del tutto inaspettata. Anche perché, secondo elemento misterioso, quell’EP non ne rappresentava l’esordio: l’anno precedente era uscito un disco intero, intitolato Romans 13:9 (l’indicazione del versetto della Lettera di San Paolo che recita: "Amerai il prossimo tuo come te stesso") che era però sparito quasi immediatamente dal web. Ancora oggi ufficialmente non esiste, io personalmente lo scaricai perché, durante un concerto del 2017 ne suonarono un brano e feci delle ricerche per capire da dove provenisse. Ricordo che quando chiesi informazioni al gruppo durante un’intervista, dissero semplicemente che dopo aver composto il materiale dell’EP, sentivano che quel primo lavoro non fosse all’altezza e ne cancellarono volutamente le tracce, con l’idea di ripartire da capo.

Quell’EP era molto bello, per carità, ma nulla che giustificasse un’esplosione del genere, corredata di tour nelle arene già ai tempi di Cry, nel 2019 (qui la nostra recensione), oltre ad un profilo Spotify con 24 milioni di ascoltatori mensili.

 

A cinque anni di distanza arriva X’s e per la band di Greg Gonzalez pare essere di nuovo giunto il momento di mietere consensi. Niente di nuovo sotto il sole già a partire dalla copertina, il solito bianco e nero con la solita immagine sfumata, a comunicare un senso generale di inquietante malinconia. In questo senso, lo dobbiamo riconoscere, il trio texano è sempre stato bravissimo a darsi un’impronta definita e riconoscibile, per cui forse si potrebbe partire da qui, per cercare di comprenderne il successo.

Anche la ricetta musicale è sempre quella: Dream Pop minimale e dai ritmi lentissimi, arrangiamenti basilari e linee vocali ipnotiche; con una voce, quella di Gonzalez, delicata e dal timbro quasi androgino, al punto che la domanda: “Il cantante dei Cigarettes After Sex è un uomo o una donna?” pare sia molto popolare nei trend di Google, come ha recentemente riportato un articolo del Guardian.

Siamo, come al solito, dalle parti di Julee Cruise e Cocteau Twins, abituali numi ispiratori del gruppo (oltre a Gonzalez, ci sono Randall Miller al basso e Jacob Tomsky alla batteria) anche se loro stessi, più volte interpellati sull’argomento, hanno definito la loro proposta come Pop e Soul secondo la ricetta dei grandi interpreti degli anni ’60.

Altro aspetto caratteristico sono i testi, quasi sempre di argomento amoroso e quasi sempre autobiografici, scritti con un linguaggio semplice e diretto, che favorisce l’immedesimazione dell’ascoltatore. In questo senso X’s appare quasi come un concept, essendo una sorta di diario di una relazione durata quattro anni e oggi giunta al capolinea. Si passa attraverso vari umori, varie situazioni, ma alla fine a prevalere è il senso di commiato, di qualcosa di bello che finisce, espresso con quella tristezza agrodolce che ormai conosciamo molto bene.

 

Cos’è che non funziona, dunque? Di per sé niente: i fan del gruppo vi troveranno motivi a sufficienza per continuare a sostenerlo, i detrattori, di conseguenza, non avranno in mano nulla per poter cambiare idea. Forse, se proviamo a guardare la cosa dalla prospettiva neutra di chi li ha sempre guardati con distacco, a venire meno, alla lunga, è l’effetto sorpresa. È stato per questo motivo (impressione mia, potrei sbagliarmi) che quelle prime canzoni del 2012 ci hanno colpito così tanto: non c’era niente di nuovo nella proposta, ma la scrittura era fresca, la forza comunicativa enorme.

Erano anche i primi tempi in cui le serie tv guardavano, per comporre le proprie colonne sonore, alla musica indipendente e “alternativa” (Beach House e Daughter, per non parlare degli XX, erano già popolarissimi), ragion per cui i Cigarettes After Sex ci sembrarono adattissimi allo scopo, tanto che nessuno si stupì quando finirono in una puntata di The Handmaid’s Tale.

Quel che abbiamo visto negli anni successivi, è che la reiterazione del modello semplicemente non paga. O meglio, piace al pubblico (perché oggi come oggi questa band è più popolare che mai), un po’ meno alla critica e agli ascoltatori più esigenti, che ragionano più sui singoli dischi che sul percorso degli autori.

 

Personalmente trovo che X’s sia un disco piacevole, con diversi buoni momenti al proprio interno (“Tejano Blue”, “Holding you, Holding me”, “Hideaway” e “Baby Blue Movie” si muovono attorno a melodie decisamente funzionanti) ma l’ispirazione e la limpidezza di singoli come “K.” e “Apocalypse” appaiono piuttosto lontani. Alla lunga, dunque, rischia di subentrare il solito giudizio che da più parti si era sentito anche ai tempi del precedente Cry: bravini ma noiosi.

Da parte loro, Gonzalez, Miller e Tomsky non se ne curano e vanno avanti per la loro strada, quasi ci godano a rendere sempre più lenti e narcotizzanti i propri brani: “Molti mi scrivono per dirmi che ascoltano i nostri dischi prima di addormentarsi - ha dichiarato di recente il cantante e chitarrista - personalmente lo trovo un complimento!”.

Ci si vede il 1°novembre a Milano.