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REVIEWSLE RECENSIONI
04/08/2020
The Jayhawks
XOXO
Senza più Olson, Louris continua a tenere in piedi la baracca con un disco altalenante ma decisamente piacevole

Mark Olson, si sa, se n’è andato, e la dipartita sembrerebbe definitiva, anche se in passato, a onor del vero, si era già allontanato dalla band, per farvi poi inaspettatamente ritorno (per contribuire alla stesura di quel gioiellino intitolato Mockingbird Time - anno domini 2011). Una separazione quella tra Olson e Louris, l’altro titolare del marchio Jayhawks, che ha messo fine a una delle coppie più prolifiche degli anni ’90, quella che, per intenderci, aveva dato i natali a due gioielli di alt country quali Hollywood Town Hall (1992) e Tomorrow The Green Grass (1995), capitoli imprescindibili della storia musicale americana del decennio.

La mazzata avrebbe fatto affondare la nave Jayhawks, se Louris, a dispetto di tutto, non avesse preso saldamente in mano il timone e avesse tenuto in vita, tra alti e bassi, una band che sembrava destinata a sparire dai radar. XOXO (baci e abbracci) esce a distanza di due anni da Back Roads and Abandoned Motels e a quattro da Paging Mr. Proust, due dischi di buona fattura, che se da un lato mettevano in mostra il songwriting (prevalentemente) ispirato di Louris, dall’altro segnavano inevitabilmente la differenza qualitativa tra i Jayhawks con Olson e quelli senza.

La stessa cosa succede per questo nuovo lavoro, in cui Louris ha dato spazio ai fidi sodali Marc Perlman (basso), Karen Grotberg (voce e tastiere) Tim O’Reagan (batteria), che si sono cimentati nella composizione dei brani. Il risultato, come per i due predecessori è più che discreto, anche se, a ben vedere, in alcuni frangenti (Ruby, Illuminate), la scrittura palesa perdita di smalto ed evidenzia momenti di stanchezza, tipica di chi si limita a fare il compitino senza troppa convinzione.

Certo, non mancano episodi notevoli, di quelli che nel tempo ci hanno fatto innamorare perdutamente della band. This Forgotten Town è il classico gioiellino Jayhawks rilucente di melodia cristallina, Dogtown Days mostra il lato più rock del gruppo, sfoggiando un cazzutissimo riff stonesiamo, e il piano blusey di Living In a Bubble regala ai fan una di quelle canzoni che si trasformano in istant classic fin dal primo ascolto. Gli intrecci vocali, come sempre calibrati e fascinosi, impreziosiscono Homecoming, che diversamente sarebbe suonata un po' sciapa, mentre la straordinaria linea di basso e il ritornello beatlesiano fanno di Little Victories uno dei brani migliori del lotto.

La trasognata morbidezza di Looking Up Your Number chiude benissimo un disco non tutto al livello qualitativo dei brani citati, anche se, ben inteso, non c’è nulla davvero da buttare. Semplicemente, in scaletta ci sono canzoni poco incisive, prive di quella luce e di quei colori che da sempre caratterizzano le cose migliori dei Jayhawks. Nel complesso, però, XOXO, pur senza incantare, tiene bene alla distanza e si fa ascoltare con piacere. Tre brani in più (discreti) nella versione deluxe.


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