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REVIEWSLE RECENSIONI
25/10/2018
Francesco Mascio
Wu Way
Un disco chitarristico per chi cerca qualcosa di diverso dai soliti guitar hero, tra jazz e world music.

Francesco Mascio è un chitarrista eclettico e creativo, di quella scuola di musicisti dediti alla ricerca e alla contaminazione, distanti dai semplici virtuosisimi, ed ha già all'attivo 4 dischi, con diversi nomi, sigle e collaborazioni.

L'oriente è una delle fascinazioni del musicista, non è un caso che due dei precedenti lavori si intitolassero “Ganga's Spirit” e “Jaggae”, il tutto proposto in una chiave contemporanea.

Sono quindi distanti i tempi e le suggestioni di un “Shakti” di John McLaughlin e anche se il background è simile e affonda nel jazz, tutto è più minimale.

La musica indiana e la world music in genere non sono solo una suggestione, un colore, ma un vero linguaggio che il nostro usa con proprietà e disinvoltura. Molto pregevole la traccia iniziale, “Balla Con Buddha”, con accompagnamento delle tabla di Sanjay Kansa Banik, musicista indiano ma anche lui attivo nella scena jazz romana. La successiva “Tiziano Terzani” è una ballad jazz molto morbida ma anche un po' di maniera, che non riesce a pareggiare il vertice del brano che l'ha preceduta, nonostante la buona prova generale, e il sax di Gabriele Coen.

“Funk Shui” riporta in alto il livello, una traccia astratta, giocata e costruita su rumori e chitarra preparati, una melodia che guarda alla musica classica cinese, l'utilizzo di uno slide che fa pensare al suono del qin, idea che viene successivamente ampliata e sviluppata nella successiva “Blue Dragon”, dove l'utilizzo dello slide e di accordature aperte porta inevitabilmente a confrontarsi con il blues.

Ritorna il funk nella titletrack “Wu Way”, con un mood da colonna sonora di b-movie, sempre attuale. Ottima anche la successiva “Lao Tsu” in cui l'oriente è non solo quello reale ma anche quello catturato e influenzato dal cinema, dalle colonne sonore, Sakamoto ma non solo.

“Arpeggio Elementare” con una pur pregevole voce femminile appare un altro momento interlocutorio, quasi un calo di tensione per introdurre “Wing Chun”, brano in cui la chitarra elettrica di Mascio suona volutamente come una chitarra elettrica e ci mostra il suo notevole bagaglio anche tecnico, non solo espressivo.

Chiude “L'Oceano e L'Onda” suggestiva e rilassata, con suono di campane: si potrebbe quasi definire new age, se esistesse una new age di qualità, con suoni reali e vibranti.

Riassumendo, un disco per chi ama la chitarra ma non solo, world music, jazz e funk, senza però essere integralista di nessuno di questi generi.