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REVIEWSLE RECENSIONI
31/01/2018
Black Rebel Motorcycle Club
Wrong Creatures
E se con "Wrong Creatures" non si ritorna pienamente ai fasti degli esordi, è comunque innegabile che si riprende a viaggiare a livelli più che soddisfacenti...
di Alessandro Menabue

La buona notizia è che i Black Rebel Motorcycle Club, dopo alcuni lavori confusi come "Beat The Devil's Tattoo" (2010) e "Specter At The Feast" (2013) - il raccapricciante "The Effect Of 333" del 2008 non merita nemmeno di essere considerato - hanno finalmente riacceso quei motori ormai spenti da un decennio. Certo, non sono tornati ai livelli dei primi due album che, durante la prima metà degli anni Zero, li aveva consacrati quali nuovi alfieri di un rock revival in grado di fondere mirabilmente garage rock, psichedelia e darkwave; forse non hanno saputo mantenere quella sensazione di promessa che molti estimatori della band, e molti osservatori musicali, potevano avvertire ascoltando le tracce del loro omonimo disco d'esordio del 2001 e del successivo "Take Them On, On Your Own" (2003). O più probabilmente pubblico e critica hanno mantenuto troppo in alto l'asticella delle aspettative, dimenticando di considerare che il nostro presente rende fisiologicamente impossibile - o quasi  - garantire il tasso ed il ritmo di innovazione che ha caratterizzato il rock n' roll nei suoi primi quarant'anni di vita. Non esistono oggettivamente le condizioni per farlo e non si poteva certo pretendere dai BRMC di realizzare un'impresa superiore alle loro capacità ed al loro pur notevole talento.

A ben pensarci, chi conosce bene le dinamiche della musica rock avrebbe perfino potuto prevedere quella flessione ispirativa che nei fatti si concretizzò a cavallo degli anni Dieci, così come era lecito attendersi se non una piena rinascita, almeno un miglioramento della salute compositiva del gruppo. E se con "Wrong Creatures" non si ritorna pienamente ai fasti degli esordi, è comunque innegabile che si riprende a viaggiare a livelli più che soddisfacenti grazie ad un lotto di canzoni ben congegnate, tra le quali spiccano le energiche Spook e King Of Bones, e soprattutto la crepuscolare, meditativa Haunt. C'è tanto mestiere in "Wrong Creatures", e non potrebbe essere altrimenti per una band che si avvia a festeggiare i vent'anni di carriera, ma contrariamente agli ultimi passi falsi della band c'è anche una buona dose di ritrovata vitalità, di anima. E l'anima può essere un validissimo carburante, anche per una motocicletta.