Cerca

logo
RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
02/12/2017
Holger Czukay
“World Music”
Canaxis è talmente potente da aver creato un proprio precursore, la composizione di Stockhausen. In realtà l'etnica e la world music (nel senso sopra accennato) nascono con Czukay.
di Vlad Tepes

Prima ancora dei mirabili Can, Holger Czukay, allievo di Stockhausen presso il centro studi di Darmstadt, era già grande. Egli sintetizzò, come il maestro, i due corni della musica d'avanguardia (musica concreta ed elettronica, fusa in elettroacustica) rivelandola ad un pubblico meno dotto; nel fondamentale Canaxis 5 del 1969 (scritto con la collaborazione di Rolf Dammers), infatti, il versante concreto consiste nelle registrazioni di canti tradizionali (vietnamiti); tali elementi vengono poi distorti o giustapposti da flussi ed effetti elettronici. Il risultato fu il sorgere della world music, ovvero la ricreazione a nuova vita artistica (a livello mediato ed intellettuale) di un patrimonio musicale primevo ed incontaminato, in tal caso quello delle popolazioni del Sud-Est asiatico.

Canaxis in realtà arrivò subito dopo Telemusik di Karlheinz Stockhausen, registrato fra il Gennaio ed il Marzo 1966 per la Radiotelevisione giapponese, in cui venivano miscelati elementi etnici (cinesi, giapponesi, subsahariani ...) e modulazioni elettroniche. La derivazione, concettuale, è evidente, ma l'opera di Czukay, articolata in due suite, “Boat-Woman-Song”, 17'24 (preceduta da una citazione del duecentesco Adam de la Halle) e “Canaxis”, 20'11'', è superiore. Il materiale etnico viene sfarinato elettronicamente, ma ciò non costituisce un'umiliazione o una storpiatura, anzi: questi suoni ancestrali vengono arricchiti di nuovi toni arcani e rinascono, come detto, ad una superiore vita artistica. 

Canaxis è talmente potente da aver creato un proprio precursore, la composizione di Stockhausen. In realtà l'etnica e la world music (nel senso sopra accennato) nascono con Czukay.

Le collaborazioni alla pari con David Sylvian sono inevitabilmente inferiori, ma interessanti, specialmente l'eccellente Plight & Premonition, composta da due suite (18'30'' e 16'22): nella prima, il capolavoro, ad un sommesso drone ronzante si avvinghiano, di volta in volta, accenni di flauto ed archi, effetti elettronici sino all'evocazione, per accumulo, di una smisurata e cangiante nebulosa sonora; la seconda, in cui è evidente l'intervento di Sylvian, si distende infinita e lineare come una prateria new-age.

Flux & Mutability (16'57'' e 21'00''; interviene Jaki Liebezeit al flauto) è articolato secondo lo stesso schema e può dirsi una continuazione della seconda composizione di Plight con cui forma un corpo unico; entrambe le composizioni sono nobili e rilassate esplorazioni della mente, ma peccano di profondità; mancano i riverberi (anche politici) originati della sintesi fra popolare ed artificiale (o occidentale) e il fascino insondabile scaturito da quegli accostamenti.

L'EP Words With The Shaman (contenuto nel più ampio Alchemy, dello stesso anno), registrato da David Sylvian subito dopo Brilliant Trees, vede Czukay in veste di collaboratore (di minore importanza rispetto al percussionista Steve Jansen e al trombettista Jon Hassell); i quindici minuti, esornati dalle frippertronics, sono, però, un vero capolavoro, in special modo “Ancient Evening”: una nenia antichissima, cantata durante un azzurro tramonto desertico e ritmata dalle percussioni moderne; autentica e toccante musica del mondo.