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MAKING MOVIESAL CINEMA
Wonderstruck
Todd Haynes
2017  (Roadside Attractions, Amazon Studios)
DRAMMATICO
all MAKING MOVIES
15/02/2018
Todd Haynes
Wonderstruck
Ci sono alcuni elementi nel suo modo di fare cinema che in altri autori mi sembrerebbero leziosi se non addirittura pretenziosi mentre in lui diventano caratteristiche necessarie alla sublimazione del racconto.
di Simone Nicastro

Non so spiegare razionalmente la mia devozione per Todd Haynes. Ci sono alcuni elementi nel suo modo di fare cinema che in altri autori mi sembrerebbero leziosi se non addirittura pretenziosi mentre in lui diventano caratteristiche necessarie alla sublimazione del racconto. Il suo “girare” nobile, questo utilizzo della camera e della fotografia come a voler dipingere sullo schermo, questi ritratti di personaggi mai comuni e spesso costretti ai margini della società o del buon costume. E le donne di Haynes sono sempre qualcosa da ammirare, da voler incontrare e conoscere, spesso incomprensibili ma ogni volta indimenticabili.  Autore non certo prolifico ma che difficilmente sbaglia il colpo. Così è anche per questo Wonderstruck, presentato a Cannes nel 2017 e distribuito a fine anno in poche sale negli Stati Uniti. Da noi non ho notizie tranne che dovrebbe essere visibile a breve su Netflix.

Il mio consiglio è di trovare il tempo per guardarvi questo ottimo film, una sorta di favola tratta dal romanzo illustrato La stanza delle meraviglie di Brian Selznick, autore anche della sceneggiatura e di altre opere tra cui quel La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, da cui Martin Scorsese ha adattato il film da 5 premi Oscar.

Wonderstruck narra le vicende di due ragazzini, Rose e Ben, in due diverse epoche, la prima nel 1927 e l’altro nel 1977, accumunati a quanto pare dalle storie tristi famigliari, dall’handicap della sordità e da una New York, luogo “artisticamente vivo” delle loro avventure. L’alternarsi del colore e del bianco e nero, la colonna sonora tra Bowie e musica classica, il desiderio e il coraggio un po’ folle dei pre-adolescenti ad allontanarsi dal posto a cui sentono di non appartenere per scoprire cosa gli può riservare un’altra possibile esistenza. Tolta Julianne Moore, attrice feticcio di Haynes e sempre incredibilmente empatica, il lungometraggio si svolge sulle spalle dei due piccoli protagonisti (a cui si aggiungerà  un altro importante piccolo personaggio) e soprattutto sul loro sguardo senza filtri (e suoni) per una realtà tutta da scoprire, spettacolare e allo stesso tempo caotica, ricca di sollecitazioni e di alcuni misteri da svelare, meravigliosamente sospesa  tra un senso di magia e la necessità naturale di (ri)trovare coloro da cui dipendiamo ogni giorno, siano questi rapporti di sangue o insperate amicizie.

Todd Haynes non si risparmia e dona ad ogni sequenza una profondità non solamente visiva ma sensoriale, ricorrendo a tutta la sua arte nel riprendere gli spazi, renderli ogni volta caratteristici e permettere ai personaggi di esprimersi in maniera totalmente raffinata solamente con gli occhi e i movimenti dei loro corpi. Il film scorre velocemente sempre sul filo di sensazioni dolci e amare, mai enfatizzate ma comunque vibranti e toccanti. Probabilmente Wonderstruck non colpirà l’immaginario degli spettatori come Carol o Lontano Dal Paradiso ma credo che comunque in maniera più leggera e intima lascerà la sua traccia nei vostri cuori. In ultimo, come accennato in precedenza, consiglio di prestare molta attenzione alla splendida colonna sonora che riesce a regalare la “vera” voce a tutto quello che accade sullo schermo.