Sulla speranza di vedere un film realmente riuscito all'interno del DC Extended Universe, l'universo condiviso dove si muovono gli eroi della DC Comics al cinema, credo ormai tutti ci abbiano messo una pietra sopra; quando va bene si può sperare in un film "carino" (Shazam ad esempio), quando va male, quasi sempre a dire il vero, si oscilla tra il mortalmente noioso (Aquaman), il pasticciato o il pretenzioso (non fatemi neanche pensare alla possibilità di dovermi sorbire una director's cut di quattro ore di Justice League, nemmeno fosse Apocalypse Now o Blade Runner). Nel mezzo, tra l'obbrobrio e il caruccio, si collocano i film di Wonder Woman, il primo sicuramente imperfetto, non un bel film ma con diverse cose interessanti che lo rendevano quantomeno passabile (e sottolineo passabile), questo sequel, accolto malissimo dalla critica, a parere di chi scrive rientra nuovamente in quel segmento per cui non si può dire proprio di trovarsi di fronte a un bel film (perché non lo è) ma tutto sommato si supera indenni la visione potendoci trovare dentro anche qualche buon momento qua e là. Ovviamente dobbiamo dimenticarci di paragonare questi film a quelli della Marvel perché ormai non è più lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato, e non è nemmeno lo stesso sport (beninteso che il Cinema con la maiuscola non è nemmeno la Marvel).
Wonder Woman, lo sanno tutti, è interpretata da Gal Gadot; l'eleganza di questa attrice, soprattutto in abiti civili, rasenta il divino, rendendo così più credibile l'origine amazzone dell'eroina, in questo film la nostra Diana trova il perfetto contraltare in Kristen Wiig, attrice dai tempi comici perfetti che qui è Barbara Minerva, la donna destinata a divenire Cheetah, una delle avversarie storiche di Wonder Woman. L'aspetto che rende il film perlomeno piacevole è l'ambientazione datata 1984 che è stata scelta per raccontare questa storia, WW84 torna a una dimensione leggerissima tipica di alcune commedie d'azione di quel decennio se non addirittura di alcuni telefilm dell'epoca tra i quali c'era anche il classico Wonder Woman con Linda Carter qui presente in un cameo (la serie era di fine 70 in realtà ma da noi passò negli 80), tutto ciò che è costume e scenografia rimanda al cinema di quegli anni in maniera molto nostalgica, alcune sequenze girate per le strade richiamano alla memoria momenti di film classici come Ghostbusters (al remake moderno ha partecipato proprio la Wiig tra l'altro) senza purtroppo lambirne nemmeno da vicino la riuscita. Anche la scelta dell'antagonista principale, il Maxwell Lord interpretato da un Pedro Pascal sempre sopra le righe, guarda molto al Luthor più gigione delle vecchie pellicole di Superman e tutta la vicenda costruita attorno alla pietra magica e sulla parabola di ascesa e caduta (o ravvedimento se vogliamo) di Lord ha quel mood esagerato, a tratti ridicolo, che richiama i fumetti spensierati e senza pretese di tantissimi anni fa. Se non si è a caccia di profondità esistenziali o contenuti particolari Wonder Woman 1984 è un film che passa e va, bibita ghiacciata, qualcosa da mangiare e via che si parte!
Dopo una buona sequenza adrenalinica che ci ripropone Diana da piccola sull'isola di Themyscira, si passa agli anni 80 dove la nostra eroina lavora come curatrice di reperti per lo Smithsonian di Washington, qui conosce la nuova e goffissima arrivata Barbara Minerva (Kristen Wiig), una ricercatrice timida con difficoltà di socializzazione. Nel suo lavoro Barbara si imbatte in un antico manufatto che ha il potere di esaudire i desideri di chi lo possiede, oggetto nelle mire dell'arrivista Maxwell Lord (Pedro Pascal). Prima che Lord riesca a impossessarsene e dar vita a un'escalation di disastri su scala planetaria, Diana fa in tempo a esaudire il suo desiderio di avere indietro il suo amato Steve Trevor (Chris Pine) mentre Barbara chiede di diventare più sicura e apprezzata, cosa che arriverà a minare un po' il suo equilibrio mentale. La nostra amazzone preferita dovrà poi adoperarsi nel porre rimedio ai guai causati dall'oggetto magico, da Lord e anche da Barbara.
La trama ha davvero poco senso, è scanzonatissima e in fondo può anche andar bene così, si rileva qualche buona sequenza (la prima merita il grande schermo) e funziona la scelta di non prendere nulla troppo sul serio, puntare sulle doti comiche di Pascal e della Wiig è la via giusta da seguire per un prodotto che non è nulla più che un semplice divertissement. Nel frattempo la Jenkins si ritaglia i suoi spazi per sottolineare le istanze femministe già presenti nel primo capitolo, scelte sacrosante ma oggettivamente buttate un po' a caso all'interno del film, forzate le sviolinate romantiche tra Diana e Trevor che non innalzano di certo la qualità del film, purtroppo poco interessanti le parti "super", quando c'è Wonder Woman in azione, non fosse per il fatto che dentro il costume c'è una donna bellissima, poco rimarrebbe delle sequenze che la coinvolgono se non qualche coreografia qua e là, ma a dire il vero anche la resa di alcuni effetti speciali e alcune pose (la WW in volo) fanno più che altro storcere il naso. Si apprezzano un po' il contorno, un po' il tono disimpegnato, ma che volete? Fa caldo, c'è afa, mettete su un film leggero perché abbiamo voglia di niente, anzi leggerissimo, una trama senza mistero, divertente ma non troppo.