È cresciuta nella cittadina di Santa Margherita, in California, appassionandosi fin da subito alla musica e ascoltando i dischi di papà. Ed ha iniziato molto giovane a suonare la chitarra e a scrivere canzoni, esibendosi in tanti locali della zona. La solita routine, insomma, di un musicista che cerca di sfondare, tirando la cinghia in una lunga gavetta che, spesso, non porta da nessuna parte. Lei, però, ha tenuto duro, fino a quando il fato le ha messo in mano un bel poker d’assi. Durante un suo concerto pomeridiano in una caffetteria di Los Angeles, infatti, erano presenti la moglie e il figlio di Mike Ness, leader del gruppo punk rock dei Social Distortion. I due sono rimasti talmente impressionati dal la bravura della songwriter, che hanno voluto assolutamente metterla in contatto col loro padre e marito. È stato amore a primo ascolto e Ness ha preso Jade sotto la sua ala protettrice e messo mano alla produzione di Gilded, esordio del 2017 pubblicato per la Anti Records.
Due anni dopo quel chiacchierato primo disco, ecco Wilderness, sophomore nuovamente pubblicato sotto l’egida Anti e sempre con la produzione di Mike Ness, che evidentemente sta scommettendo molto sulla sua pupilla, per farla diventare una delle figure di riferimento del country rock americano.
Il nuovo full lenght si pone come il seguito ideale di Gilded, anche se, rispetto all’esordio, palesa una maggior consapevolezza in fase di songwriting e di suono, e sposta verso ambiti più personali le liriche. Con questo disco, infatti, la Jackson si concentra sul proprio passato e su quell’incidente che stava per renderla disabile: parla del dolore, della solitudine della sofferenza, ma anche del fatto che ogni essere umano è pieno di risorse, indispensabili per affrontare la vita. Un po’ come essere smarriti nella natura selvaggia (Wilderness del titolo): ci vuole coraggio, forza d’animo, caparbietà, perché la fuori è solo lotta per la sopravvivenza che non fa sconti.
In molti hanno paragonato la Jackson a Lucinda Williams, visto che sa plasmare la materia country con un grintoso piglio rock, esaltato, anche in questo caso, dalla produzione di Ness. La songwiter californiana, poi, possiede anche uno spiccato gusto per la melodia che, talvolta, lambisce il pop, creando brani che filano dritti tra le heavy rotation delle radio FM specializzate (il singolo Bottle It Up, per dire, è un’irresistibile goduria).
Le diverse componenti, è questo che rende la Jackson un’autrice da seguire con estremo interesse, convivono in perfetto equilibrio e sono bilanciate all’interno di una scaletta, in cui orecchiabilità, sonorità e strumenti propri del country ed energia rock sono bilanciate in egual misura. Sono tante le belle canzoni di Wilderness, oltre al singolo citato, che apre il disco: il tiro diretto di City Lights e Now Or Ever, con la sezione ritmica in bella evidenza, la croccantezza punk rock della title track, il groove potente della conclusiva, amara, Secret, e tre ballate da capogiro, Dust, Long Way Home e Loneliness, quest’ultima che vale da sola il prezzo d’acquisto dell’album.
Se il brillante esordio del 2017 fa aveva messo sotto i riflettori Jade Jackson come possibile nascente stellina del movimento country rock, questo Wilderness trasforma la speranza in concreta certezza, grazie a un connubio, quello con Mike Ness che, nato per caso due anni fa, sembra frutto di una collaborazione di lunghissima data. Simbiosi perfetta.