Cerca

logo
REVIEWSLE RECENSIONI
01/09/2020
Liela Moss
Who The Power
ll sophomore solista di Liela Moss è un disco di synth rock pulsante e dalle trame oscure, enfatizzate da ritmiche battenti e ipnotiche e da una voce livida e intensa.

Dopo il personalissimo My Name Is Safe in Your Mouth del 2018, un album di debutto da solista emotivamente altalenante, e un interessante Ep di cover (A Little Bit Of Rain del 2019) dedicate alla pioggia, Liela Moss ha attraversato un periodo di profonda auto-riflessione creativa e personale. Partendo dal presupposto che "se hai intenzione di destrutturare la psiche moderna, tanto vale ballare”, la Moss ha forgiato un album intenso e drammatico, carico di partiture elettroniche, motivato dal desiderio urgente di interrogare se stessa sul ruolo dell'individualità in questi tempi difficili.

Non molto conosciuta alle nostre latitudini, Liela Moss è la frontwoman della rock band dei The Duke Spirit, e ha inanellato collaborazioni importanti sia con Nick Cave che con gli Unkle. Dopo cinque album di fiero e avvincente rock'n'roll, la cantante ha momentaneamente accantonato il progetto principale (ma i Duke Spirit non si sono ufficialmente separati), ha avuto un figlio e si è stabilita nel Somerset con il chitarrista della band Toby Butler (che è anche il suo produttore).

Se nel suo primo disco, seppur fascinoso, la Moss era ancora indecisa sulla strada da imboccare, qui la scelta è netta e spinge verso un synth rock pulsante e dalle trame oscure, enfatizzate da ritmiche battenti e ipnotiche e da una voce livida e intensa.

Who The Power è un disco compatto, solido e vibrante, con qualche ottima canzone (lo straordinario opener di Turn Your Back Around, coi sui tamburi pirotecnici e un brillante riff di synth, la melodia inquietante di Atoms At Me, i rimbombi elettronici della melodrammatica Battlefield), che spicca in un repertorio che sembra aver attinto linfa vitale dal songbook dei Depeche Mode.

Manca l’intuizione da capogiro, però, e nel complesso qualche slancio di originalità: così, una produzione quanto mai coesa, finisce per intrappolare le canzoni in un loop quasi claustrofobico. La splendida voce della Moss, però, è l’arma vincente che eleva la scaletta dal rischio di cadere nell’anonimato di una certa prevedibilità di fondo.

 

 


TAGS: elettronica | LielaMoss | loudd | pop | recensione | review | rock | WhoThePower