Ai tanti detrattori che sostengono che il rock è morto o, nella migliore delle ipotesi, sia ormai una forma d’arte passatista e al collasso, basterebbe rispondere mettendo sul piatto l’ultima fatica solista di Ricky Warwick.
Figura di spicco del movimento hard rock a partire dalla fine degli anni '80, prima con il gruppo di Glasgow The Almighty e più recentemente come frontman occasionale dei Thin Lizzy, poi evolutisi nei Black Star Riders, il cantante e chitarrista irlandese Ricky Warwick è anche un affermato artista solista a pieno titolo, con alle spalle un pugno di ottimi album pubblicati a partire dal 2003. Ora, a circa 5 anni dall'uscita del precedente When Patsy Cline Was Crazy (And Guy Mitchell Sang the Blues), troviamo Warwick alle prese con il suo sesto lavoro in solitaria, dal malinconico titolo When Life Was Hard And Fast.
Nemmeno il tempo di poggiare la puntina sul vinile e si parte a cento all’ora con la title track, un botto di energia pura, la cui ritmica adrenalinica e le chitarre spingono ruggenti il cantato roco di Warwick (dietro il cui timbro si intravvede il fantasma di Phil Lynott). È con questo approccio gagliardo, replicato nelle sciabolate hard rock di Never Corner A Rat, Still Alive e Fighting Heart, che Ricky Warwick si è fatto un nome: in studio come sul palco, con una potenza di tiro esaltata dal lavoro magistrale di produzione dell'ex Buckcherry, Keith Nelson (che ha anche co-scritto una buona parte dell'album con Warwick), e dalle notevoli performance del batterista Xavier Muriel (anche lui ex Buckcherry) e del compagno di band nei Black Star Riders, Robbie Crane al basso. Ad arricchire il parterre, nei 40 minuti di durata del disco, compaiono anche ospiti del calibro di Joe Elliot (Def Leppard), Dizzy Reed (Guns n 'Roses), Luke Morley (Thunder) e persino Andy Taylor (ex-Duran Duran) che danno il loro contributo all’alternarsi fra sparate hard rock e power ballad.
A costoro, per onor di cronaca, si aggiungono anche il manager di Warwick, Adam Parsons, che si cimenta alla batteria su una ruggente cover di Gunslinger, brano dei Mink Deville datato 1977, e addirittura la figlia del cantante, Pepper. Quest’ultima è ospite nella splendida ballata Time Don't Seem To Matter, un brano scritto per lei e presentato qui in forma di demo originale, poiché sia Warwick che Nelson sentivano che era impossibile migliorare l'atmosfera della registrazione iniziale. Una canzone che rappresenta il cuore del disco, e che riesce a schivare prevedibilità e sdolcinatezza, proprio grazie alla scarna mise en place e alle interpretazioni vocali di padre e figlia, che si armonizzano fra loro con grande efficacia.
Un approccio “francescano” che funziona alla grande anche con la penultima traccia del disco, Clown Of Misery, una registrazione demo fatta sull'iPhone di Warwick e inviata a Nelson con l'intento di migliorarla poi in studio, prima che i due decidessero semplicemente di usare la canzone in quella forma grezza.
Chiude la scaletta You're My Rock 'N Roll, un’esplosione classic rock rubata agli anni ’80, trainata da fendenti di chitarra distorta che portano dritti a un ritornello strappato dal songbook degli AC/DC. When Life Was Hard And Fast è l'ennesimo ottimo album per Ricky Warwick, una raccolta di inni rock e toccanti ballate, che mettono in evidenza alcuni ritornelli davvero eccellenti, una performance fenomenale della backing band e una serie di cammei sfruttati al meglio.
La versione deluxe dell’album contiene anche un secondo disco di cover, che, a parte le inaspettate You Spin Me Round dei Dead Or Alive e Oops…It Did It Again di Britney Spears, mostra una sequenza di brani prevedibili, ma suonati con rispetto e passione.