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REVIEWSLE RECENSIONI
10/04/2025
Lucio Corsi
Volevo Essere Un Duro
Lucio Corsi e Topo Gigio sono i nuovi eroi della musica vera e ancora vissuta, suonata e sognata. Ci sono molto di più di qualche nota piacevole e alcune parole ammiccanti nei solchi d’arte di Volevo Essere Un Duro. E come dice Milena Marchetti (la nonna di Lucio) alcune canzoni sono pure meglio di “quella di Sanremo”.
di Iputrap

"Questa vita

Ci schiaccia ma non ha alcun peso

Siamo talmente tante ombre diverse

Che formano l’arcobaleno"

("Questa Vita")

 

"Il mio nuovo album Volevo essere un duro è uscito. È un disco che parla di infanzia, di amicizia e di amore. È un disco di ricordi veri e falsi, di personaggi del bene e del male, di località, che esse siano prati di margherite o squallide zone industriali.

Nelle forme di espressione credo che la cosa a cui si debba tendere è il cambiamento. In questo disco ho cercato una trasformazione soprattutto a livello testuale, cercando di non staccare più di tanto i piedi da terra. Ho cercato di cantare in maniera chiara e diretta di persone.

Volevo essere un duro è nato strisciando sui marciapiedi, nascondendomi negli armadi o sotto le zampe dei tavoli, girando tra i panni sporchi nelle lavatrici, appendendomi con le mollette ai capelli ai panni stesi, cercando ricordi non miei nei cappelli degli altri, cercando nuovi orizzonti nelle scarpe degli alti.

Dopo circa due anni ho trovato nove canzoni diverse e le ho convinte ad andare ad abitare nello stesso palazzo. Così è nato il disco". (Lucio Corsi, 2025)

 

Lucio Corsi era già Lucio Corsi ben prima di Sanremo 2025, grazie a una carriera più che decennale, quattro dischi in studio, qualche esperienza televisiva, la benedizione di Carlo Verdone e la profetica partecipazione nella terza serie di Vita di Carlo, dove Lucio partecipa (e vince, anche se la scena è stata tagliata) proprio al Festival di Sanremo.

Ma Corsi non è certo uno qualunque, dato che incide per la Sugar Music di Caterina Caselli, è amico di Brunori Sas e Cesare Cremonini, e può tranquillamente evocare sodali come Leonardo Pieraccioni e Massimo Ceccherini, protagonisti di quel video così piacevole e accattivante di “Vorrei Essere Un Duro”. Lucio piace tanto e a tanti e tante, a febbraio in Liguria ha fatto strage di cuori e si è fatto prendere in braccio dal vincitore Olly e il rude Tony Effe si è fatto vedere in giro con la sua maglietta.

 

Cosa si nasconde dietro a questo miracolo musicale? Tanti colori nel suo look così vintage e artigianale, per un ragazzo che prende le sue copertine dai dipinti dalla madre e ha trovato un’anima gemella artistica nel quasi gemello Tommaso Ottomano, musicista, produttore e regista dei suoi video così liberi e innovativi. Nel suo stile si incontrano e incrociano il glam rock inglese e David Bowie, ma anche certi dolci Beatles e le chitarre del Brian May degli anni Settanta, insieme all’attitudine ribelle del giovane Renato Zero ma sopratuttto dell’intelligenza sbilenca e unica di quel Ivan Graziani, che è il grande padre e mentore di Lucio Corsi.

Ma Lucio va per la sua strada e questo nuovo album continua quanto di buono fatto con i precedenti lavori, anzi, lo amplifica grazie a una maturità e consapevolezza che risultano semplici e naturali, ma suonano candidamente prodigiose. Perché lui usa le parole come se raccontasse storie pregne di un linguaggio totalmente personale, in cui spesso non è immediatamente chiaro di cosa stia parlando, ma quando le ascolti le capisci, ti immedesimi e ti commuovi. E la musica non è mai forzata e parte da quel flavour analogico e vintage che però sembra proiettato nello spazio e non si vergogna di risultare scarno ed essenziale quando serve, oppure riccamente orchestrale e stratificato, nei momenti “giusti”.

 

Volevo Essere Un Duro è realmente il miglior disco di Lucio Corsi perché sa essere sia sfacciatamente rock che mielosamente pop, ma anche squisitamente cantautoriale, rimanendo sempre coerente e consistente. Ogni canzone è una storia diversa che non annoia e ti spinge a riascoltare di nuovo questa mezz’ora buona di illuminazioni divertenti, ironiche ma anche profonde e notturne, ma sempre lievi e gentili. Non parleremo delle singole canzoni anche se ci sarebbe molto da dire, scrivere e ascoltare.

Ascoltate allora. Fatelo e datevi una possibilità, e lasciate le chiacchere a zero.

 

"Così sulle panchine appartate

Ci cacciamo via dal resto del mondo

Perché un amico a volte è come una chiesa

È un'ambulanza che ti corre incontro

Nel cuore della notte più nera

Nel cuore della notte

Stasera

Saremo dei supereroi

O topi delle fogne

Quale sarà la nostra bandiera

Nel vento della notte?"

("Nel Cuore Della Notte")