Marc Schlosser è un medico di famiglia. Riceve la mattina, dalle otto e mezza al l'una. Venti minuti circa a paziente cosi spartiti: un minuto per capire quello che c'è da capire e gli altri diciannove per inscenare una parvenza di interesse . E i pazienti se ne vanno via soddisfatti, prendendo per una meticolosa e inusuale attenzione quella che non è altro che una messa in scena. Di recente, però, un increscioso incidente ha turbato la tranquilla esistenza di Marc. Dopo il funerale di Ralph Meier, la star televisiva dalla figura imponente e la voce stentorea, Judith, la moglie dell'attore, ha fatto irruzione nello studio di Schlosser scagliando a terra una sedia e strillando ripetutamente "Assassino!". È passato un anno e mezzo da quando Ralph Meier si era materializzato in quella stessa sa la d'aspetto. Aveva il suo solito atteggiamento, quella prorompente fisicità che si acquista soltanto con regolari abbuffate in ristoranti che abbiano ottenuto una o più stelle Michelin o con copiosi barbecue nel cortile di casa. Ma era mal ato, profondamente malato. Nel suo corpo, le cellule maligne si erano già rivoltate contro quelle sane. Marc ha capito subito che occorreva un intervento drastico, un first strike, un bombardamento a tappeto che avrebbe messo K.O. tutte le cellule maligne in un colpo solo. Eppure ha tranquillizzato l'attore, dicendogli che non c'era nulla di serio di cui preoccuparsi.
Ansia, disagio, senso di inquietudine.Sono queste le prime parole che mi vengono in mente per descrivere le sensazioni trasmesse dal nuovo romanzo Hermann Koch, autore olandese venuto alla ribalta qualche anno fa per quel capolavoro di cinismo, intitolato La Cena. Villetta Con Piscina è un libro che fa paura e destabilizza. Eppure non sto parlando di un thriller o di un racconto horror ricco di suggestioni grandguignolesche. Il nuovo romanzo di Koch è reale, terribilmente reale, parla della vita di tutti i giorni, indaga sui mali oscuri della moderna civiltà borghese, quella cioè che noi conosciamo molto da vicino perchè ne facciamo parte. Come ne La Cena, oggetto dell'indagine sociologica di Koch sono le dinamiche all'interno di un contesto familiare, caratterizzato dall'agiatezza economica e da un alto livello culturale; così come lo svolgimento, anche in questo caso, avviene prevalentemente all'interno di micro ambientazioni ( allora il tavolo di un ristorante, oggi una villa per le vacanze e lo studio medico ), che esaltano i connotati teatrali del dramma e ingenerano, tanto nel lettore quando nei protagonisti, un senso malevolo di claustrofobia. Ancora una volta, infine, la narrazione non è temporalmente omogenea, ma l'andamento cronologico del racconto è disinnescato da un uso sapientissimo del flashback. A differenza dal precedente romanzo, però, in Villetta Con Piscina Koch spinge le proprie riflessioni fino alle estreme conseguenze e disegna un marasma etico che tutto travolge senza possibilità alcuna di assoluzione. Se nel concitato finale de La Cena, uno dei protagonisti, in un afflatto estemporaneo di rettitudine, dona una (seppur magra) consolazione e un briciolo di speranza, da queste pagine invece non si salva nessuno, neppure i bambini, vittime predestinate, ma terribilmente consapevoli, di un ingranaggio di perversioni che pare inarrestabile e, ahinoi, irresistibile. Pedofilia, stupro, sodomia, alcolismo e assassinio sono il patrimonio comune di un'umanità desertificata, i cui rapporti, improntati al formalismo e all'ipocrisia, si nutrono esclusivamente di menzogne, sotterfugi e omertà. I protagonisti di Villetta Con Piscina non hanno un'anima, sono privi di slanci vitali, somigliano ad automi che agiscono solo in base al proprio tornaconto e alle proprie bestiali pulsioni. Nessuna etica, solo un desolante materialismo, a cui la cruda prosa di Koch continua a rimandare con puntigliosa precisione, mescolando in un unico intruglio ribollente sangue, sperma, sudore, vomito ed escrescenze cancerose. Altro l'uomo non è.