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REVIEWSLE RECENSIONI
29/04/2021
Sister
Vengeance Ignited
Dopo cinque anni di silenzio, gli svedesi Sister tornano con un disco di feroce sleaze metal, declinato però con uno stile ben definito.

Formatisi a Stoccolma, in Svezia, nel 2006, i Sister hanno debuttato tre anni più tardi con l'EP Deadboys Making Noise, seguito poi da Hated, il primo album in studio della band, pubblicato nel 2011. Ora, un decennio dopo, la band svedese rilascia il suo quarto full length, dal minaccioso titolo Vengeance Ignited. Dall'ultimo album, Stand Up, Forward, March! (2016), i Sister hanno perso il bassista Martin Sweet che è stato sostituito da Freddan Hiitomaa (ex Dust Bowl Jokies). Per il resto nulla è cambiato nella rocciosa line up della band, composta da da Jamie Anderson (voce), Cari Crow (batteria) e Phil Armfelt (chitarra).

I Sister vengono spesso etichettati come un gruppo di sleaze metal, ma questa definizione, pur essendo calzante per parte del loro repertorio, risulta essere però troppo riduttiva per una band che ha decisamente molte più frecce al proprio arco. Per dire: il nuovo album Vengeance Ignited è stato prodotto da Jona Tee, tastierista degli H.E.A.T (una sorta d’istituzione dell’hard rock svedese), mentre manager della band è l’ex cantante degli H.E.A.T., Erik Grönwall. Una parentela che ha evidentemente lasciato qualche influenza, visto che i Sister talvolta suonano proprio come una versione più rozza e feroce degli H.E.A.T.

Ci sono anche accenni ad altre band svedesi, come i più celebri Hardcore Superstar (specialmente nel ritornello della title track Vengeance Ignited) o dei Crashdiet, ma i Sister sono abbastanza bravi a mescolare le carte in tavola, mantenendo uno stile che è decisamente peculiare. Hanno il coraggio di uscire da schemi prefissati, infatti, evitano di rimanere bloccati in una nicchia musicale predefinita e, pur mantenendo fede alla loro fama di bad boys, cercano di scartare da dinamiche prevedibili.

Questa band possiede sicuramente un'attitudine punk (Spitfire, ad esempio, ne è la più lampante dimostrazione) e una propensione a picchiare duro senza troppi compromessi, ma ci sono anche melodie fantastiche. Whispering Winds, per dire, è una grande ballata, ruvida e malinconica, mentre brani come Psycho Thrilling e Scream For Pleasure sono canzoni metal moderne e orecchiabili (prendete l’aggettivo con le pinze), spinte da ritornelli che si fanno largo fra muri di chitarre e ritmiche indemoniate. Altre volte ci viene servito uno sleaze rock classicissimo in stile americano, tuttavia declinato con un approccio meno cazzaro e più oscuro, che è l’elemento distintivo di una band che evita banali copia incolla.

Trentasette minuti di adrenalina pura, intervallati da una sola ballata (la già citata Whispering Winds), che non risparmiano proprio nulla in termini di decibel e di sudore. Quindi, se fate finta di nulla di fronte alla copertina più tamarra dell’anno, vi assicuro che troverete in Vengeance Ignited, ottimo pane per la vostra bocca affamata di metal.  


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