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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
08/01/2020
Project Renegade
Unity through diversity [Le interviste di Loudd]
Il nostro viaggio prosegue in Grecia: abbiamo intervistato Marianna, fondatrice dei Project Renegade. La metal band di Atene ha da pochi mesi lanciato il nuovo album "Order of the Minus", un suono definito alternative, moderno, heavy and groovy, mixato ad elementi elettronici ed ambient. Ecco cosa ci ha raccontato…

Riassumiamo la vostra storia ai fan italiani… com’è iniziato il viaggio di “Project Renegade”?

Dunque, abbiamo iniziato nel 2014, quando io e Ody abbiamo deciso di dare vita a un nuovo progetto, più professionale, un progetto che potesse esprimere un messaggio e quello che pensiamo in merito al mondo odierno. Così ci siamo allontanati dall’approccio più “romantico” legato all’avere una band (come fare amicizia, fare jam-session…) e abbiamo dato vita a Project Renegade. Dopo un paio di cambi nella line up ci hanno raggiunti Nick, individuato grazie ad un annuncio web, e Jay, che conoscevamo da anni, ma che non aveva avuto modo di unirsi a noi a causa dei suoi studi in Inghilterra.

Marianna, quali sono le voci metal femminili a cui ti ispiri?

Mi piace molto Maria Brink. Il suo stile è davvero artistico e il modo in cui ha costruito il suo personaggio la rende sul palco davvero unica ed affascinante. Musicalmente penso che Amy Lee sia una delle artiste più talentuose della scena hard rock: tutto quello che fa risulta così naturale che l’ascoltatore percepisce al volo che le arriva da dentro. Questo livello di musicalità è qualcosa che ammiro davvero.

Più in generale, quali band influiscono in qualche modo sui vostri lavori? Cosa ascoltate di solito?

Se parliamo di metal, direi che le maggiori influenze arrivano per me da nomi come Korn, Rammstein, Evanescence, In This Moment, Slipknot, Lacuna Coil, Gojira and Devin Townsend. Ma ascolto anche altri generi come rnb, pop, soul e musica classica. Non mi importa molto il genere se si tratta di buona musica. Sono aperta ad ascoltare tutto.

Avete pubblicato “Order Of The Minus” alla fine di ottobre, inizierete anche un tour per promuovere l’album? Come sono i primi feedback dei fan?

I fan sembrano amare il disco e per noi è davvero importante, un premio. Si immergono nelle canzoni e ne cercano il significato, o gliene danno uno tutto loro ed è curioso, perché siamo nell’era dei video e il fatto che passino così tanto tempo su delle tracce audio è davvero incredibile.  Stiamo lavorando per il tour, che toccherà Grecia e il resto d’Europa… ma siamo ancora nella fase di negoziazione e non possiamo ancora annunciare nulla… unica data già rivelata, lo show a Cipro.

Avete lavorato all’album con Forrester Savell? Cosa ci raccontate di questa esperienza?

Incredibile! E’ così professionale. A mio avviso, oggi, il miglior producer! Versatile e disponibile, super preparato ed un vero gentleman. Vive dall’altra parte del pianeta e si è reso disponibile a parlare e ad analizzare le note ogni volta che avevamo qualche punto su cui discutere. E’ un gran lavoratore e spero onestamente di poterlo conoscere di persona un giorno. Gli dobbiamo molto e speriamo di lavorare con lui ancora per il prossimo album. Ha fatto in modo che questo disco suonasse nella maniera in cui lo sentite. Le sue qualità di produttore sono davvero di un altro livello!

Diffondete un importante messaggio grazie a questo album: “unity through diversity” … pensate che uno degli obiettivi della musica debba essere quello di diffondere messaggi positivi?

Dovrebbe essere l’unico obiettivo! Viviamo in un mondo pieno di odio e di segregazione ed ognuno pensa solo a se stesso. La musica dovrebbe ispirare accettazione, pace, amore, armonia, miglioramento e motivare le persone a muovere la società ed il progresso per creare un posto migliore. A mio avviso le uniche ispirazioni che possano spingere a cambiare arrivano oggi dall’arte e principalmente dalla musica. Capisco che siamo tutti arrabbiati e che l’heavy metal sembra così d’appeal perché consente di “sfogare” la propria rabbia, ma penso anche che sia il momento per dare ispirazione, non per sfogare le frustrazioni. Vorrei vedere più gruppi e musicisti combattere contro le cose che stanno andando oggi nella direzione sbagliata.

Utilizzate molto elementi elettronici e ambient, pensate che siano ingredienti importanti per rendere il metal più attuale?

Sì e no. Una produzione sapiente fa sì che oggi ci siano molte band che suonano metal con Skrillex nel background… e il risultato è magnifico. Grazie all’evoluzione dell’EDM, è molto più facile con dubstep e drumstep creare vari strati di elettronica e fonderli con la musica heavy, dato che usano simili ritmiche e percorsi melodici. Questo aiuta davvero nel sound… ma per noi produrre qualcosa di “moderno” non è considerare ciò che oggi funziona, ma significa più capire cosa può essere preso dal passato e trasformato e portato ai giorni nostri con una formula migliorata.

A nostro avviso la voce è una delle variabili ad oggi più in sofferenza. Non c’è tutta questa poesia nelle parole oggi, sono poche le composizioni che contengono un messaggio. Specialmente nei generi più recenti, le parole sembrano così forzate da non poterle veramente definire “moderne”. Per noi creare qualcosa di moderno significa comporre qualcosa che appartenga davvero all’oggi, sia che includa elementi elettronici, oppure acustici, vocali, ritmici… qualsiasi cosa!

Come funziona il processo di composizione? Ciascuno di voi arriva con delle idee per comporre una canzone?

A volte. Ody ed io scriviamo la maggior parte delle canzoni o componiamo la maggior parte di ciascuna canzone, dipende… A volte qualcuno porta un’intera canzone e a volte componiamo partendo da una piccolo idea che arriva da uno di noi. Le parti di elettronica e di orchestra sono realizzate esclusivamente da me e Ody e le parole sono scritte da me. Visto che il metal sta funzionando, potrebbe funzionare tutto, ma per noi è fondamentale che ogni pezzo suoni come “Project Renegade”.

Per quanto tempo avete lavorato al disco e quali sono le principali differenze con il precedente EP "Cerebra”?

Dunque, abbiamo scritto per circa 7 mesi e penso che il disco rappresenti l’evoluzione naturale di “Cerebra”. Abbiamo ripreso esattamente da dove eravamo rimasti con l’EP e abbiamo lavorato senza mai stancarci per capire chi fossimo a quel punto come musicisti e come invece volevamo diventare a livello di suoni. Abbiamo preso “Cerebra” e abbiamo deciso di dargli degli steroidi per vedere cosa sarebbe successo e come si sarebbe evoluto. Non volevamo cambiare in maniera estrema, ma semplicemente progredire ed evolvere in modo naturale… sia se forzi troppo il cambiamento, sia se rimani esattamente dov’eri, puoi cadere e bruciarti!

Cosa ci racconti in merito all’artwork sulla copertina dell’album?

E’ stata disegnata da Gustavo Sazes. Quello che mi piace davvero è che Gustavo dipinge una realtà rotta, questo dà modo di poter ricomporre questo mondo e la nostra realtà come meglio crediamo, se siamo coraggiosi a sufficienza per provare a rendere reale la nostra visione. Quindi i paesaggi rotti, distorti, ripiegati possono essere ridisegnati come preferiamo… al centro, il nostro simbolo, che indica come vorremmo che la nostra musica venisse impiegata… uno strumento che regali motivazione per raggiungere ciò che si desidera nella vita, a patto che sia qualcosa che migliori la propria realtà e quella delle persone che ci stanno accanto.

Cosa puoi dirci in merito allo scenario metal ad Atene e più in generale in Grecia?

Sta crescendo velocemente e oggi ha molto da dire, credo che negli anni a venire saremo una “forza” riconosciuta nel mondo metal globale.

Avete suonato in occasione di molti festival, com’è l’atmosfera?

L’atmosfera è ovviamente fantastica! Energia incredibile e il pubblico partecipa e si diverte con noi. Mi piace molto quando il pit si scatena o le persone saltano e ballano durante le nostre canzoni. E’ un tipo di soddisfazione che non puoi trovare altrove. Adoro i festival perché mi danno l’opportunità di conoscere nuove band e di fare nuove amicizie.

Cosa ti piace e cosa non ti piace, se parliamo di tour?

L’unica cosa che non amo è la stanchezza. Tutto il resto è avventura e l’intera esperienza è sempre fuori dal normale… vedi e fai un sacco di cose nuove ed è pazzesco. Soprattutto adoro portare la nostra musica a nuove audience ed incontrare nuovi fan!   

Quale canzone preferisci suonare durante i live? Quale ti diverte di più?

Mi piace davvero “One of the crowd”. Sprigiona un sacco di energia ed è una canzone semplice per me, così posso dedicarmi all’ headbanging mentre canto!

Dedicate molto tempo in sala prove?

Facciamo le prove una volta alla settimana. Non è sufficiente perché siamo ossessivo-compulsivi e vorremmo provare tutti i giorni in realtà, ma di giorno lavoriamo per poter “sostenere” la band… ma devo dire che siamo davvero molto disciplinati, ognuno fa bene il suo lavoro provando le canzoni anche nel proprio tempo libero, così da essere sempre al 100% alle prove. 

Avete suonato in Italia a maggio… com’è il pubblico nel nostro paese? Tornerete per promuovere il nuovo album?

Amiamo l’Italia e i nostri fan italiani, se ci vorrete far tornare suoneremo molto volentieri per voi! Ci siamo divertiti a Mantova e tutti sono stati davvero carini e gentili… perciò, se chiederanno di noi, torneremo di certo!

I “Project Renegade” sono: Marianna (vocals), Ody (drums), Nick K. (guitar) and Jay (bass).

https://www.youtube.com/channel/UCX5zHAKWh35oPsbHANEbI3w

https://www.instagram.com/projectrenegadeofficial/

https://www.facebook.com/prenband


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