Ammetto che se qualcuno mi avesse chiesto se avrei mai scommesso su un gruppo belga, che fa post-punk cantando in italiano con un marcato accento straniero avrei detto ovviamente di no. Però non è quello che ho pensato dopo aver sentito il disco di debutto degli Ada Oda, Un Amore Debole, pubblicato da 62tv Records il 25 novembre 2022.
Il disco è una ventata di aria fresca, di un’immediatezza e semplicità disarmanti e non presenta nemmeno il difetto di stancare nel lungo periodo. Tra l’altro sembra che stiano riscuotendo un notevole successo, perché sono entrati nelle classifiche di fine anno di tantissime redazioni e playlist senza neanche passare dal via.
Ma sono solo un fenomeno passeggero portati alla ribalta da questa originalità della voce o hanno della vera sostanza?
In varie interviste César Laloux, fondatore della band, racconta che dopo aver avviato il progetto da solo decide di ampliare la formazione ricordandosi di una ragazza di origini italiane che aveva incontrato su Tinder un anno prima. Da lì nasce l’idea del progetto e di cantare in italiano, unendo l’esigenza di creare una discrepanza tra la loro musica e le origini palermitane di Victoria, che quindi era un po’ più facilitata nell’italiano rispetto alle altre lingue. Una scelta che se si è rivelata assolutamente vincente (almeno per il mercato italiano, per quello belga sinceramente non saprei).
La cosa però davvero interessante è il reparto musicale che c’è sotto a questa voce. Tutti i brani sono composti e suonati da un “power trio” (anche se sono in quattro a suonare) con un suono che rispecchia molto i canoni del punk più melodico, caratteristica che dona ai brani una semplicità che li rende facilmente metabolizzabili. Inoltre, tutti gli arrangiamenti sono accuratamente studiati per essere di impatto, trascinanti ma sempre lasciando lo spazio per una voce che alterna momenti di spoken-word a momenti di cantato puro stile punk.
I testi sono assolutamente coerenti con lo stile degli arrangiamenti: semplici, con delle tematiche molto comuni alle esperienze di molti, ma allo stesso tempo con una crudezza, soprattutto nelle parti più urlate, che lascia spiazzati.
In conclusione, potremmo dire che la caratteristica più interessante di questo disco è la coerenza che attraversa tutti i reparti e permette di creare un album crudo, diretto e non banale. Per questo motivo, alla domanda posta inizialmente rispondo che sì, ce né molta di sostanza. Attendiamo solo che vengano a suonare in Italia.
Buon ascolto!