Il commissario Kostas Charitos vive ad Atene, metropoli sospesa tra Oriente e Occidente, crocevia di immigrati clandestini, ex spie sovietiche e trafficanti d'organi. Charitos tenta comunque di ritagliarsi uno spazio di tranquillità personale, per dedicarsi anche ai propri problemi famigliari. Ma un efferato omicidio lo costringe a scendere in campo, scontrandosi con schegge impazzite di realtà.
Una coppia di giovani albanesi viene trovata brutalmente assassinata. Il colpevole viene catturato subito e confessa. Si tratterebbe di un delitto passionale, o almeno così lo liquida il Commissario Charitos, titolare dell’inchiesta. La morte della nota giornalista Ghianna Karaghiorghi, uccisa negli studi televisivi proprio mentre stava per annunciare in diretta televisiva un clamoroso scoop, lo porterà, però, a rivedere il caso.
Inizia così, il primo romanzo che vede come protagonista il Commissario Kostas Charitos, una figura di poliziotto spesso paragonata al Pepe Carvhalo di Manuel Vazquez Montalban o al Montalbano del nostro Camilleri. In realtà, Charitos è un personaggio con caratteristiche peculiari che lo rendono un unicum nella letteratura di genere. Scontroso, maleducato, cinico, frustrato da un matrimonio abitudinario con una donna che passa le giornate davanti al televisore, Charitos si concede come unica distrazione la lettura degli amati dizionari, vivendo una vita piatta e grigia, confortata esclusivamente dall’amore per la figlia Katerina, che vive lontano da casa, per motivi di studio.
Eppure, dietro la scorza di uomo rude e scostante, si nasconde una verace umanità che coincide spesso con un indefettibile senso di giustizia, quel senso di giustizia che lo rende allergico alle regole e al compromesso, che lo spinge a inimicarsi chiunque cerchi di manovralo, che è il carburante nobile di una testardaggine che lo induce a indagare anche là, dove non dovrebbe, fino a svelare, nonostante le mille pressioni dall’alto, un complesso e redditizio progetto criminoso.
Le indagini di Charitos si svolgono nelle strade di Atene, metropoli sospesa tra Oriente e Occidente, crocevia di etnie che convivono tollerandosi a fatica, città rumorosa e caotica, in cui il traffico sembra prendere il sopravvento sulla storia e le bellezze artistiche, che sembrano offuscate da un’inquietante coltre di smog. Se la Marsiglia di Izzo, il cui malinconico Fabio Montale incarna la stessa figura di perdente di Charitos, era il cuore pulsante della narrazione, per Markaris Atene è solo una muta testimone alle vicende, fredda e distante dagli eventi, una città il cui volto umano si manifesta solo attraverso la bontà dei souvlaki, gli spiedini di cui Charitos è ghiotto.
Uscito nel 1995, e pubblicato per la prima volta in Italia nel 2000, Ultime Della Notte è un noir costruito magnificamente, che non ha bisogno di ritmi serrati per coinvolgere il lettore in una vicenda che conquista fin dalla prima pagina. Una prosa lineare e piacevolissima, intrisa di ironia e aperta anche alla critica sociale e politica (il razzismo, gli strascichi della feroce dittatura dei colonnelli, l’arroganza del potere, il cannibalismo di una stampa a cui non interessa la verità ma solo mettere il mostro in prima pagina), fanno di questo romanzo un must per gli amanti del genere, che cercano nel thriller intelligenza e profondità, e non solo sangue e violenza.