Per opere come questa di Henry Miller, considerata un tassello fondamentale per la storia della letteratura moderna e un testo da studiare per il lavoro cesellato dall'autore sul linguaggio (qui in traduzione di Luciano Bianciardi), è necessario distinguere tra meriti storici e letterari e capacità di coinvolgere il lettore e offrire allo stesso la giusta esperienza di viaggio, perché cos'è in fondo per noi ogni libro se non un bellissimo (quando siamo fortunati) viaggio in un altrove, in un altroquando, in altre vite? Pur non potendo negare i meriti che vengono ascritti dalla critica letteraria a Tropico del Cancro, almeno per chi scrive il libro fallisce sotto il punto di vista dell'esperienza di lettura rivelandosi pesante e tedioso per gran parte della sua lunghezza (peraltro abbastanza abbordabile) e mancando in effetti di veri spunti di interesse se non quelli legati a un approccio da studioso, all'importanza dello scritto, al contesto storico non di quanto narrato ma piuttosto di tutto ciò che è legato all'esperienza letteraria ed editoriale del testo, aspetti che non per tutti i lettori è scontato possano suscitare interesse o essere ritenuti fondamentali. In verità Tropico del Cancro, che tra l'altro tengo a sottolineare non è una lettura troppo difficile né particolarmente impegnativa, è uno di quei libri per il quale più ho provato il desiderio di arrivare all'ultima pagina, non per fame di lettura o per l'impazienza di scoprire un finale o padroneggiare l'intera fatica dell'autore, quanto per la voglia incontenibile di chiuderlo, riporlo in libreria e levarmelo finalmente dai piedi.
Tropico del Cancro viene pubblicato nel 1934 dalla parigina Obelisk Press, proprio a causa del linguaggio adottato da Henry Miller, dei temi trattati e degli accostamenti che del testo vennero fatti a opere di mera pornografia, il libro vide la sua pubblicazione negli Stati Uniti solamente decenni più tardi, con precisione nel 1961. In effetti, contestualizzando all'epoca d'uscita il lavoro di Miller, dello scrittore si può dire che non avesse intenzione alcuna di attenuare in nessun modo la sua idea di come rendere sulla pagina le sue esperienze di una vita che spesso veniva a trovarsi a contatto con situazioni di squallore e disagio economico, quello vero per il quale si rischia spesso di non riuscire nemmeno a mangiare, portandolo a frequentare un'umanità ancorata a bisogni primitivi (tra i quali il sesso è onnipresente) sebbene protesa verso l'arte, l'impulso creativo non manca nel Miller protagonista del romanzo in prima persona, così come non manca a diversi dei personaggi secondari intenti a scrivere romanzi, occuparsi d'arte con l'intento chiaro di creare qualcosa capace di rimanere nel tempo, sovvertire e rivoluzionare lo status quo come in effetti riuscirà di fare proprio a Miller grazie a questo Tropico del cancro, romanzo per il quale l'autore di origini tedesche viene considerato tra gli ispiratori di quello che decenni dopo diverrà il movimento della beat generation. Mangiare, bere, trovare un posto dove dormire, scopare e scrivere, unica attività che sembra avere slanci di dignità in un'esistenza vissuta in mezzo alle impurità di un'umanità condannata al basso, non ci sono storie d'amore se non idealizzate e lontane, non si frequentano donne bensì puttane quando non solo delle semplici fiche (non nel senso di donne molto avvenenti ma proprio nell'accezione di vagine, organi genitali in cui inserirsi meccanicamente e spesso senza trasporto alcuno). L'andamento dello scritto è allucinato, a volte confuso e sinceramente faticoso, non mancano sprazzi di luce nella prosa di Miller, momenti più felici per il lettore e passaggi anche molto apprezzabili, dal punto di vista del linguaggio il libro suscita un grande interesse però inversamente proporzionale a quello sul piano narrativo che molto spesso annoia e non avvince se non in pochissimi frangenti.
Per racconti di vita in qualche modo sregolata, con aneddoti legati a vizi, donne, esperienze alla macchina da scrivere e amenità assortite rivolgersi piuttosto a Bukowski, con lui almeno si ha la possibilità di divertirsi e avere un confronto con l'umanità più positivo e un rapporto con l'arte della narrazione decisamente più appagante. Se invece è un mero studio del linguaggio che cercate, l'approfondimento sull'arte di uno scrittore a suo modo importante e influente, un pezzetto di storia della letteratura, allora Tropico del Cancro, visto in quest'ottica, è un testo di sicuro valore.