All'interno della filmografia di un regista come Éric Rohmer, tra i primi collaboratori dei Cahiers du cinéma e uno dei più noti esponenti della Nouvelle Vague francese, il tardo Triple agent non è forse tra i pezzi più pregiati pur rimanendo a conti fatti un esito più che interessante. Per chi volesse approcciare il cinema del maestro francese la sezione Fuori Orario di Raiplay ha messo a disposizioni alcuni tra i titoli dell'ultima fase della carriera del regista scomparso nel 2010 all'età di novant'anni, oltre a questo almeno l'ultima sua opera: Gli amori di Astrea e Céladon. Cinema formale, qualcuno potrebbe dire anche troppo, a tratti la messa in scena di Triple agent potrebbe sembrare addirittura ingessata seppur curata con attenzione nella costruzione dell'inquadratura: pochi movimenti di camera, nessuno superfluo, sceneggiatura costruita sui dialoghi e sulla recitazione di una manciata di attori che ricreano una vicenda ispirata a un reale fatto di cronaca accaduto nel settembre del 1937.
Siamo in anni di fermento politico, Fiodor (Serge Renko) è un generale russo in esilio a Parigi vicino alle correnti monarchiche in un momento storico in cui la Francia invece abbraccia il comunismo, alle elezioni del 1936 infatti trionfa il Fronte Popolare, alleanza pluripartitica che ha come scopo quello di arginare le tendenze naziste che vanno diffondendosi in Europa; nel frattempo in Spagna scoppia la guerra civile. È in questo scenario che si muovono i protagonisti di Triple agent, Fiodor lavora per l'associazione degli ex combattenti dell'esercito russo, in realtà i suoi compiti assomigliano molto a quelli di una spia, cosa che Fiodor non nega e, anzi, con la quale gioca molto volentieri. Nel condominio di Parigi dove abita con la moglie di origini greche Arsinoé (Katerina Didaskalu) i due fanno conoscenza con una coppia di francesi comunisti con la quale scambiano opinioni politiche (Fiodor è convinto che l'implosione delle rivoluzioni comuniste sia vicina) e artistiche (Picasso si, Picasso no, figurativo e astratto, etc...). A causa di una serie di accadimenti, di pulci messe nell'orecchio, di pettegolezzi riportati dall'amica Maguy (Cyrielle Clair), Arsinoé inizia a sospettare che la fedeltà del marito non sia appannaggio degli ex generali russi decaduti ma forse del partito comunista se non addirittura di quello nazista. Così tra mezze verità, spiegazioni sommarie e cose non dette il rapporto tra marito e moglie si trascinerà fino a quel settembre del 1937 dove i nodi (forse) verranno al pettine.
Grande attenzione per la scena da parte di Rohmer, costruzione a priori e pochi arzigogoli di macchina necessari; nonostante la vicenda a forti tinte dialettiche e per lo più politiche, Triple agent mantiene un buon ritmo, fermo restando la necessaria propensione dello spettatore a guardare film molto "parlati". Il regista dalle incerte origini (Rohmer era un mentitore riguardo la sua città natale) crea con i dialoghi un contesto storico preciso rafforzato da brevi inserti di cinegiornali d'epoca con i resoconti degli accadimenti europei più importanti del periodo, pretesto utile anche per staccare e "dare aria" alle varie sequenze. All'interno della Storia ci sono le storie dei protagonisti, Fiodor e sua moglie soprattutto, al centro due elementi, i più interessanti del film: il primo riguarda l'ambiguità della figura del protagonista del quale non abbiamo certezza dell'orientamento politico, non sappiamo davvero per chi lavori e fino a che punto sia disposto a spingersi per perseguire fini politici (o utilitaristici?). Il secondo affronta il tema della fiducia tra i due congiunti, dove la bella Arsinoé sembra sempre più spesso all'oscuro dei movimenti e delle azioni del marito. I dubbi rimarranno fino in fondo, nel mezzo vari incontri, situazioni conviviali e ovviamente l'aspetto politico e storico che incornicia l'intero film. Eleganti gli interpreti, Katerina Didaskalu in maniera particolare, il film per alcuni versi può essere accostato al più recente Malmkrog di Cristi Puiu sebbene Triple agent sia una visione decisamente meno impegnativa e più snella soprattutto in quanto a minutaggio. Se amate la Storia, i film da camera, i dialoghi, allora Triple agent vale il giro di giostra, in caso contrario uomo avvisato...