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MAKING MOVIESAL CINEMA
Trap
M. Night Shyamalan
2024  (Warner Bros)
THRILLER
6/10
all MAKING MOVIES
26/08/2024
M. Night Shyamalan
Trap
Torna Shyamalan con un film non esente da difetti ma che non manca di confermare il talento di un regista al quale piace giocare con lo spettatore. Se siete disposti a mandar giù anche qualche boccone amaro, questo Trap potrebbe rivelarsi una visione divertente buona per le afose giornate d'estate.

Il regista maestro del plot twist, che proprio per la sua propensione a giocare con questo meccanismo narrativo è stato criticato a più riprese, esce nelle sale con il suo nuovo film che altro non è se non l'apogeo del plot twist, ovvero lo svelamento di ciò che dovrebbe essere celato fin dal trailer di questo Trap, un vero e proprio plot twist nelle abitudini radicate e nella visione cinematografica di (se non si fosse ancora capito) M. Night Shyamalan, bizzarria che come partenza non è poi affatto male, non credete?

E così non abbiamo nulla di terremotante da aspettarci nel finale o nel pre-finale di questo Trap, thriller anomalo tutto da seguire e che non lascia troppo da svelare, un viaggio da godere in compagnia del protagonista principale, un assassino seriale dalla personalità consapevolmente (o forse no?) duale e ben scissa tra adorabile padre di famiglia e marito (ma più padre nella fattispecie) e macellaio truce e sanguinario senza coscienza, motore di una crudeltà che in Trap non prende mai corpo in maniera fisica, non si rilevano infatti presenza né di sangue né di atti violenti per l'intera durata del film.

Nonostante si giochi a carte perlopiù scoperte il film, almeno nella parte iniziale, non manca di intrigare e di tener desta l'attenzione e la tensione, sensazione che sarebbe ancor più accentuata se lo spettatore riuscisse ad andare a vedere questo Trap senza essersi mai imbattuto nel trailer del film o in qualche recensione preventiva.

 

A Filadelfia è giunto finalmente il momento del concerto di Lady Raven (Saleka, figlia di Shyamalan), pop star idolo di folle oceaniche di adolescenti tra le quali c'è anche la giovane Riley (Ariel Donoghue) che impazzisce letteralmente per la cantante. Cooper (Josh Hartnett), l'adorabile (?) papà di Riley, un vigile del fuoco di Filadelfia, è riuscito a procurarsi due biglietti per il concerto; l'eccitazione dei due è alle stelle, per la ragazza ovviamente a causa dell'agognato concerto, per Cooper l'evento è l'occasione di vedere sua figlia realmente felice e per condividere con lei qualcosa a cui la ragazza tiene moltissimo.

Una volta preso posto nel palazzetto per assistere al concerto Cooper inizia a notare poco a poco strani movimenti e una mole di presenza delle forze dell'ordine spropositata per un concerto pop (ditelo a Vienna e a Taylor Swift); con un'espediente l'uomo riesce a farsi rivelare da un ragazzo dell'organizzazione il motivo di tutto questo fermento: la polizia è venuta a conoscenza che all'esibizione sarà presente "il macellaio", un serial killer brutale che ha già mietuto dodici vittime, il problema per Cooper sta nel fatto che il macellaio è proprio lui.

Cooper inizia così a ragionare su come uscire da una situazione difficilissima e allo stesso tempo come non deludere sua figlia e come proteggerla dall'eventuale precipitarsi degli eventi. Nel frattempo il concerto comincia, la trappola è tesa.

 

Se in Trap andrete a cercare un thriller calibrato, ben orchestrato e dove tutto si incastra al meglio, beh, allora non lo troverete. In maniera marcata, probabilmente volontaria (impossibile pensare altrimenti), Shyamalan inanella diversi passaggi, almeno due macroscopici, nei quali le cose non tornano, non funzionano.

È possibile, quasi certo oserei dire vista l'esperienza del regista (che è un gran regista), che il suo interesse non stia nel creare il meccanismo perfetto (non lo fa) quanto nell'offrire un buon intrattenimento condendo il tutto con temi ed elementi sui quali distribuire l'attenzione dello spettatore durante l'intera visione del film (e magari poi dopo).

I punti di interesse sono diversi: intanto il dualismo del protagonista il quale punto di vista siamo chiamati ad abbracciare nel nostro ruolo di spettatori: padre affettuoso che fa di tutto per rendere felice la figlia e pazzo assassino, una separazione completa di due personalità che nelle stesse intenzioni del protagonista non devono mai incontrarsi e le cui due vite, suo malgrado, sono destinate a collidere.

Shyamalan concede inoltre molto spazio alla promozione della figlia Saleka che qui recita, canta, scrive i brani presenti nel film e rappresenta un perfetto epigono di quelle che sono oggi le pop star amate dai giovanissimi.

Grande lavoro nell'integrare l'evento concerto alla struttura del film con una regia attenta e dinamica che nella prima parte gestisce benissimo tensione e spettacolo facendo accettare di buon grado i molti momenti di esibizione anche a chi solitamente batte lidi musicali molto distanti da quelli qui proposti.

Ben gestito il lato dedicato ai metodi di comunicazione odierni dove il mondo social è messo sotto i riflettori sia in negativo (le difficoltà relazionali di Riley) sia in positivo (gli appelli ai fan di Raven), come a dire che il tutto sta sempre nel modo di utilizzo del mezzo (che poi sia sempre così rimane tutto da vedere, mi sembra che non si giochi proprio ad armi pari).

A discredito rimane l'ingenuità e la faciloneria di alcuni passaggi dettati da personaggi che assumono comportamenti idioti o fin troppo positivi/boccaloni fidandosi a prescindere di quest'uomo che, oh, è un vigile del fuoco e quindi quasi un eroe per definizione.

Sul finale si scivola sul solito trauma infantile, Josh Hartnett, che chi scrive non ha mai amato particolarmente, alla fine sembra divertirsi e nel contesto in cui è inserito non se la cava nemmeno male. Se non si sta a far troppo le pulci su ogni sviluppo ne può uscire anche una visione piacevole, comunque, al netto dei contenuti, a che pro infilare quelle cadute di senso individuabili anche da un bambino?