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Tono Bungay
Herbert George Wells
2000  (Fazi)
LIBRI E ALTRE STORIE
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16/07/2018
Herbert George Wells
Tono Bungay
Wells è stato un genio. Le sue opere di fantascienza hanno ispirato film, serie TV, fumetti… Noto come l’autore di The Time Machine e The War of the Worlds, in pochi forse conoscono questa sua opera “realistica” (ma poi non troppo alla fin fine), Tono Bungay appunto.

Il protagonista è George Ponderevo che viene coinvolto nella promozione di un brevetto medicinale miracoloso inventato da suo zio Edward (personaggio ispirato al celebre truffatore finanziario Whitaker Wright, realmente esistito).

George si impegna in questa impresa con grande dedizione nonostante sia fermamente convinto che il medicinale, il Tono Bungay, appunto, non sia altro che una “dannata truffa”. Tuttavia il prodotto ha successo e, mentre George si impegna anche in un’attività per l'aeronautica, lo zio Edward diventa un imprenditore e finanziere di grido. Contemporaneamente si sviluppano le vicende personali di George, le sue relazioni non proprio felici, il suo rapporto complicato con la madre, una donna rigida e severa, e l’affetto incondizionato che prova per la zia Susan.

Ma quando tutto sembra andare per il meglio, l’impresa dello zio Edward fallisce, anche a causa delle spese folli che quest’ultimo profonde per costruire una lussuosa e irrealizzabile villa. Allora, ancora una volta, George corre in aiuto dello zio e, per risollevare le finanze della ditta, pensa di rubare un grosso quantitativo di un composto radioattivo chiamato quap da un’isola sperduta dell’Africa. Il piano non riesce e anche l’estremo tentativo di portare lo zio Edward via dall’Inghilterra su una specie di aereo sperimentale da lui stesso inventato, si rivela un fiasco perché il finanziare si ammala di polmonite e muore.

George non si dà per vinto, e ricomincia da capo con una nuova impresa, quella di progettare cacciatorpediniere per chiunque sia disposto a comprarli.

Attraverso le peripezie finanziarie e imprenditoriali di zio e nipote, Wells delinea un impietoso ritratto dell’Inghilterra vittoriana: lo zio Edward incarna il tipico scialacquatore, pieno di iniziativa ma incapace di resistere alla tentazione di spendere ogni penny guadagnato. Per Wells questo genere di individui sono la vera forza sociale dell’Inghilterra, persone avide di guadagni e senza ideali. Il peggio è che tali soggetti hanno il potere di corrompere i giovani: George è un giovane sensibile, intelligente ed estremamente creativo condizionato dalle idee dello zio e dell’ambiente intorno a lui. La sua visione del mondo non è mai stata ampia: da piccolo, cresciuto nella tenuta di campagna di Bladesover in cui la madre faceva la domestica, era convinto che quel luogo fosse “un modello del mondo intero”. Date queste premesse, è inevitabile che la sua personalità venga facilmente condizionata, tant’è che la sua creatività viene incanalata nella costruzione di macchine ad alto potenziale distruttivo senza che lui nemmeno se ne renda conto.

Tono Bungay è davvero estremamente diverso dalle altre opere di Wells, e lo stesso autore racconta che mentre gli altri libri sono stati realizzati in pochi mesi, la stesura di Tono Bungay richiese due anni buoni, sia per gli elementi autobiografici in esso inseriti, sia perché lo stesso Wells si impegnò moltissimo nell’intento di scrivere un romanzo “classico”, per il quale, come rivela sempre nella sua autobiografia, si ispira a Balzac e a Dickens. Del resto, le opere scritte prima (e dopo) Tono Bungay, indipendentemente da quanto lo avessero reso famoso, non lo facevano sentire completamente inserito nella comunità letteraria dell’epoca in quanto c’era sempre una certa diffidenza, al limite dello snobismo, nei confronti degli scrittori che, anziché scandagliare nei romanzi il travaglio interiore, le inquietudini sentimentali dei personaggi, si dedicavano ad esporre teorie filosofiche e scientifiche. (Nota è la polemica fra Wells e Henry James a questo proposito).

Tono Bungay è un libro molto divertente, in perfetto humour inglese, che però tocca tematiche molto serie; oltre alla descrizione delle contraddizioni dell’Inghilterra vittoriana, Wells illustra il disfacimento dell’aristocrazia sempre più minata dai nuovi ricchi e dalla loro intraprendenza senza scrupoli, e critica il consumismo dilagante, la corsa ai profitti che non esita a servirsi della scienza per il guadagno personale “[…] è uno schifoso guazzabuglio questo mondo. Prende le cose che facciamo e inventiamo e le spreca. Noi gente di scienza dovremmo prendere in mano le cose, e dare un taglio a tutta questa finanza, alla pubblicità e roba del genere”.

La fiducia nella scienza è un tema centrale nei romanzi di Wells. La verità scientifica è la sola verità degna di essere perseguita ma, anche qui, la ricerca non è libera perché dipende da vincoli di natura economica e solo chi non è ostacolato dalla mancanza di denaro può sperare di raggiungerla.

Non manca un accenno al socialismo cui Wells fu sostenitore soprattutto nelle ultime opere, in quanto convinto che l’iniziativa privata non fosse un bene per la maggioranza dei cittadini “La nazione che lascia l'esercizio della critica medica e letteraria, o qualsiasi altra pratica critica di importanza altrettanto vitale, interamente nelle mani dell'iniziativa privata e vulnerabile agli approcci di un acquirente qualsiasi, si trova in una condizione francamente disperata”.

Un ulteriore pregio del romanzo è sicuramente il presentare personaggi che, pur essendo delineati in maniera chiara e approfondita, rifuggono alle facili schematizzazioni; in Tono Bungay, non ci sono buoni e cattivi e anche la decisione più azzardata, il raggiro più meschino, lo slancio di generosità più sincero, rivelano un lato opposto, una contropartita “La cosa sconcertante della vita è l’insolubile complessità della realtà, delle cose e anche dei rapporti. Niente è semplice. Ogni torto commesso ha in sé una certa giustizia e ogni buona azione ha sedimenti di malvagità”.

Non c’è dubbio che Wells sia un profondo conoscitore della società contemporanea e della natura umana, in questo senso, quindi, un perfetto rappresentante della letteratura “realista”, perché egli stesso si sente parte di questo mondo contraddittorio e non ha la pretesa di guardarlo dall’alto e di giudicarlo, ma si pone dal punto di vista dell’uomo comune. Perché Wells certamente è un grande scrittore, un fine umorista, un pioniere della fantascienza, ma in fondo è un uomo come tutti noi.

E Tono Bungay, fra le altre cose, è anche un inno alla vita, a viverla fino in fondo, con tutti gli errori che questo comporta: “Non ho consigli da dare a nessuno...se non quello di evitare i rimpianti. Sii te stesso...cerca le cose belle che la tua sensibilità personale ha deciso che sono belle.

E non badare al mal di testa del mattino… Perché che cos’è, dopo tutto, un mattino? Non è la parte più importante della giornata!”.