Ma dai! Ma Come si fa? Non è possibile? Perché? Ecco…queste sono le domande che mi sono posto quando ho letto che Stan Lee ha fatto causa, per un miliardo di dollari, a POW! Entertainment.
Un gatto e una volpe l’avrebbero frodato e lui, il sorridente Stan Lee ha perso la gioia di ridere.
Il papà dei Fantastici Quattro, Spiderman, Devil, Hulk, X-Men, Thor ecc… non sta vivendo un bel periodo, è diventato cieco, ha perso la moglie e adesso, alla veneranda età di 95 anni, si trova a combattere una brutta battaglia legale.
No! Non deve finire così? Quest’uomo, questo genio, paragonabile solo a Walt Disney per tutto quello che ha creato per il nostro amato mondo dei fumetti, deve essere aiutato, anche con quattro semplici righe di ringraziamento come le mie.
Stan Lee ci ha regalato momenti memorabili, indimenticabili, dalla sua penna è nato il meraviglioso Universo Marvel!
Mi sembra ieri che ho scoperto L’Uomo Ragno ma sono già passati quasi 50 anni!
Era il luglio 1970 e mia sorella acquistò in edicola il n. 6 de “L’Uomo Ragno - il mistero di Lizard”, di Stan Lee e Steve Ditko. Lo lesse per prima, lo definì carino e me lo regalò.
Fu amore a prima vista, restai più che piacevolmente fulminato da quel ragazzo in costume rosso e blu che saltava, svolazzava e lanciava ragnatele contro un lucertolone verde in camice bianco.
L’Editoriale Corno di Milano (eterna gratitudine a quell’altro genio di Luciano Secchi) aveva iniziato a pubblicare le storie della Marvel, il formato era quello classico americano, 48 pagine spillate, con metà delle tavole a colori.
All’interno del fumetto, oltre alla storia dell’Uomo Ragno, compariva il Dottor Strange, altro meraviglioso e amatissimo personaggio.
Questa operazione editoriale fu un successo travolgente che dura ancora adesso. Non credo che esista qualcuno al mondo che non abbia mai sentito parlare dei Supereroi, magari non avranno letto i fumetti ma sicuramente hanno visto Spiderman volare qua e là fra i grattacieli di New York, lanciando ragnatele dai polsi, imbattendosi (immancabile cameo) in un signore, anziano ma sempre sorridente.