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REVIEWSLE RECENSIONI
Thrilled To Be Here
Bailen
2019  (Fantasy Records)
AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS ROCK
8/10
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06/05/2019
Bailen
Thrilled To Be Here
I Bailen non inventano nulla di nuovo, semplicemente salgono in soffitta, tolgono le ragnatele alla discografia di mamma e papà, sfogliano vecchi album di foto e si immaginano il passato. Con i loro occhi giovani e i loro cuori ardenti.

Per chi ama un certo suono americano, ascoltare Thrilled To Be Here è un tuffo al cuore, un emozionante fluttuare a mezz’aria fra note e suoni famigliari, a cui però è stata tolta la polvere dei ricordi e che tornano a brillare di nuova luce. Come perdersi in un dolce flusso di reminiscenze, profumi e fragranze che ti riportano indietro nel tempo, pur senza che la consapevolezza del presente venga in qualche modo obnubilata.

I Bailen, trio con base a New York e composto dai fratelli gemelli Daniel (voce / basso / synth / chitarra) e David (voce / batteria) e la sorella minore Julia Bailen (voce / chitarra), non inventano nulla di nuovo, semplicemente salgono in soffitta, tolgono le ragnatele alla discografia di mamma e papà, sfogliano vecchi album di foto e si immaginano il passato. Con i loro occhi giovani e i loro cuori ardenti. Niente copia incolla, nessuna frusta replica di una stagione gloriosa ma ormai anacronistica. Cambiano l’approccio, cambiano la prospettiva e giocano con i colori.

Questo esordio, a ogni solco, evoca alcune delle stagioni più eccitanti del rock a stelle e strisce, e la gioia per gli appassionati sarà scoprire quali citazioni si nascondo nelle pieghe di queste undici canzoni. Io, ad esempio, ci ho trovato i Carpenters, i Fleetwood Mac, Simon & Garfunkel, The Band e i CS&N; e tutto, però, mi è parso fresco e imprevedibile, e per certi versi addirittura straniante, soprattutto quando gli ammiccamenti suonano palesi e al contempo felicemente decontestualizzati.

C’è una vibrante e dolce ingenuità che permea Something Tells Me, canzone che apre il disco con il carezzevole interplay delle tre voci dei Bailen, che omaggiano la loro mamma e parlano con delicatezza di amore romantico. Ed è inevitabile pensare ai CS&N per gli intrecci vocali e a Simon & Garfunkel, in abiti deliziosamente soul, per le armonie.

Così come è impossibile non rimandare la mente a Paul Simon nell’acquarello folk di Eyelashes, o ai Fleetwood Mac nell’irresistibile melodia di Going On A Feeling, o ancora ai CS&N nell’evanescenza ipnagogica dell’incipit di Your Love Is All I Know, brano che poi fluisce e si risveglia in un’inaspettata modernità indie.

C’è una maturità artistica insospettabile in questi tre ragazzi, che il lavoro in fase di produzione di John Congleton (St. Vincent, John Grant, Anna Calvi) esalta, sgravando le melodie dalla facile e ingombrante etichetta di “vintage”. E anche quando il songwriting si fa più esile, i Bailen comunque centrano il bersaglio grosso, con due splendide ballate in chiusura di disco: lo sfarfallio trasognato di Rose Leaves e la morbidissima corale di Careless Wishing, accarezzata da un’armonica senza tempo.

I Bailen non sono certo gli unici o i primi che si avventurano in un genere tanto noto quanto insidioso, ma lo fanno con una ricchezza di idee e una modernità di suono che lascia stupiti. Pertanto, se mi chiedeste ora di indicare il disco d’esordio dell’anno, non avrei alcuna esitazione a indicare Thrilled To Be Here.


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