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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
08/10/2024
Live Report
The Struts, 06/10/2024, Roundhouse, Londra
Cosa accade quando una delle venue più storiche di Londra come il Roundhouse incontra una delle band più frizzanti del glam rock contemporaneo come i The Struts? Un live incendiario. Com'è andata? Ce lo racconta il nostro uomo sul campo.

Il Roundhouse di Camden, una delle venue più iconiche e prestigiose della capitale inglese, è stato teatro dell’ultima data del tour inglese dei The Struts, band che negli ultimi anni ha consolidato la propria posizione nel panorama rock internazionale. In un luogo che ha visto esibirsi leggende come David Bowie, Rolling Stones e Jimi Hendrix, i The Struts hanno saputo raccogliere quell'eredità, regalando ai fan una performance che ha confermato ancora una volta il loro talento e la loro capacità di infiammare il pubblico.

Formatasi nel 2010, gli Struts sono riusciti a catturare l’attenzione con il suo mix di glam rock e rock contemporaneo, guadagnandosi una reputazione per le loro esibizioni energiche e coinvolgenti.  Composta da Luke Spiller alla voce, Adam Slack alla chitarra, Jed Elliott al basso e Gethin Davies alla batteria, la band ha saputo subito dominare la serata, scaldando il Roundhouse per tutta la durata del live. Sin dalle prime note, è stato chiaro che erano pronti a fare sul serio, aprendo il concerto con "Primadonna Like Me", un brano esplosivo che ha immediatamente coinvolto gli astanti in un vortice di pura adrenalina.

 

La setlist del live ha toccato alcune delle canzoni più celebri della band, tra cui "Body Talks” e “Kiss This", oltre a pezzi più recenti come “Pretty Vicious”, invitando sul palco l’artista Mango In Euphoria, i cui tatuaggi hanno ispirato titolo e copertina dell’album.

Il live ha anche lasciato spazio a momenti più riflessivi e intimi. Un esempio perfetto è stato "One Night Only", un brano che ha mostrato il lato più emotivo e vulnerabile della band, evidenziando la loro versatilità musicale.

 

La vera forza dei The Struts, però, non risiede solo nella loro capacità musicale. Ciò che li distingue è senz’altro la loro presenza scenica straordinaria e l'autenticità che portano in ogni esibizione. Luke Spiller, con il suo look eccentrico e un carisma molto simile a quello di Mick Jagger, è un frontman che sa esattamente come intrattenere e coinvolgere il pubblico, rendendo ogni momento del concerto unico. L’interazione costante con i fan, unita ai suoi tipici movimenti teatrali, ha creato una connessione speciale con gli spettatori, rendendo l'atmosfera ancora più intensa. Spiller ha inoltre ribadito spesso l'importanza della musica dal vivo e del potere unificante del rock’n’roll, che continua a essere un linguaggio universale capace di abbattere ogni barriera.

Per quanto riguarda il livello tecnico dello show è stato impeccabile: la chitarra di Adam Slack si è fatta sentire con tutta la sua potenza, la sezione ritmica, composta da Jed Elliott e Gethin Davies, ha fornito un groove solido e pulsante, creando una base ritmica precisa e coinvolgente. Suoni e mix sono stati accuratissimi e ogni strumento perfettamente bilanciato, creando un muro sonoro che ha avvolto l’intero Roundhouse.

 

Il concerto è terminato con "Could Have Been Me", scelta che si è rivelata particolarmente apprezzata dai fan, trasformando il Roundhouse in un’unica voce che cantava all’unisono. La canzone, con il suo messaggio potente di aspirazione e libertà, ha dato il degno finale a un live che ha saputo senza dubbio essere all’altezza di una venue così simbolica e ricca di storia, lasciando allo stesso tempo un segno indelebile nei ricordi di ognuno dei partecipanti all'evento.