"Ci sono molti modi per definire la parola “casa”, potrebbe essere la struttura in cui viviamo, ma possono anche essere le espressioni culturali della comunità che in qualche modo arrivano nei nostri cuori e nelle nostre anime e ci uniscono senza che ne comprendiamo completamente il motivo.”
(Loreena McKennitt)
Ho scoperto Loreena McKennitt nel 1991, durante una fase in cui ero preso anche da sonorità folk ma rielaborate e rese più “addomesticate” e tecnologiche, grazie alla silente e delicata rivoluzione attuata da Enya, con successo gigantico, soprattutto in quegli anni gloriosi. Trovai per caso e per errore una copia dell’appena arrivato The Visit nel mio negozio di CD di fiducia, e rimasi affascinato da una copertina ricca di suggestione e mistero, ma che non dava poi segnali chiari di cosa avrei ascoltato successivamente.
The Visit era il quarto disco solista di Loreena, una musa canadese, talmente convinta della propria arte da decidere di fondare una casa discografica nel 1985, la Quinlan Road (ispirata al nome della strada in cui l’artista viveva in quella sua fase di vita) e fino al 1991 il suo “ufficio” era la cucina della sua fattoria e le vendite delle sue registrazioni erano gestite via posta, con la grande pazienza e gratitudine dei primi ammiratori, vicini e lontani.
Grazie alla Warner Music Canada, finalmente la distribuzione fu attuata attraverso canali più veloci e adeguati, anche se meno romantici, e io potei trovare quella piccola opera d’arte a mia disposizione, senza fare troppi sforzi (per chi volesse riscoprire questa opera magna, punti sull’edizione definitiva del 2021, ricca di inediti, estratti da concerti e un libretto prezioso con foto e scritti inediti di Loreena, oltre ad una sapiente e illuminante rimasterizzazione del disco originale).
L’impatto di quel disco fu dolcemente deflagrante, per me e per tante altre persone: una voce “pura” ed emozionante, brani del folk medievale/rinascimentale riarrangiati con gusto e strumentazione “naturale”, riferimenti lirici “alti” come William Blake, il “Bardo” Shakespeare, Alfred Tennyson, William Butler Yeats, Charles Dickens e San Giovanni della Croce, che si ripeteranno nel successivo The Mask And The Mirror del 1994, in cui il discorso musicale si allargherà oltre l’ispirazione celtica, verso un intero mondo di influenze varie e straordinarie.
The Visit e il suo successore, ancora oggi sono considerati i lavori più ispirati e riusciti della McKennitt, e la stessa artista ha deciso di celebrarli con due tour europei, uno primaverile che prosegue la celebrazione del trentennale del disco già ripetutamente citato, ed uno estivo che festeggia lo stesso anniversario di The Mask And The Mirror, nel 2024. Anche la penisola italica sarà toccata e graziata dalla presenza di ben sette spettacoli, che faranno la gioia di tanti di noi.
Negli ultimi lustri, certamente la creatività di Loreena McKennitt si è un po' diradata, insieme a d una qualità discografica forse meno eclatante e sorprendente. Rinnovarsi non è facile per nessuno, ma forse non è nemmeno il suo scopo. Dopo tanto girovagare, la cantante e polistrumentista canadese sente la necessità di un “ritorno a casa” che è ben esplicitato in questo documento sonoro chiamato The Road Back Home, uscito l’8 marzo 2024.
A Stratford, Ontario, dove Loreena vive fin dagli anni Ottanta, avviene un incontro casuale con un gruppo di musicisti locali. Questo primo scambio diventa poi parte dei suoi concerti natalizi del 2021 (pubblicati nel 2022 come Under A Winter's Moon). La stessa band ha accompagnato la McKennitt nell’estate del 2023 in quattro festival folk locali, insieme alla sua collega di lunga data, la violoncellista Caroline Lavelle.
Il disco è la testimonianza fresca e vibrante di queste date speciali, in cui è stato dato spazio a brani tradizionali che riportano ai primi tempi della carriera di Loreena, tra classici incontestabili e piccole sorprese quasi inedite, il tutto annaffiato da un’aria di festa spontanea che punta alle emozioni più pure e quotidiane.
Una celebrazione delle piccole gioie della vita, che vale la pena di ascoltare senza pensieri e sovrastrutture, nel nome della musica più libera e liberatoria che ci sia.
Formazione:
Loreena Mckennitt – Vocals, Harp, Accordion
Miriam Fischer – Pads, Accordion, Piano, Backing Vocals
Caroline Lavelle – Cello, Backing Vocals
Errol Fischer – Violin, Mandolin, Tenor Banjo, Kick Drum
Pete Watson – Guitar, Backing Vocals
Cait Watson – Whistle, Backing Vocals
Romano Dinillo – Bodhrán
James Keelaghan – Vocals: “Sí Bheag, Sí Mhór/Wild Mountain Thyme”
Tracklist:
1.Searching for Lambs (3:32)
2.Mary & The Soldier (4:04)
3.On a Bright May Morning (4:33)
4.As I Roved Out (4:54)
5.Custom Gap (3:56)
6.Bonny Portmore (3:42)
7.Greystones (3:32)
8.The Star of the County Down (3:42)
9.Salvation Contradiction (4:22)
10.Sí Bheag, Sí Mhór/Wild Mountain Thyme (6:15)
The Visit Revisited Anniversary Tour:
20 marzo - Brescia - Gran Teatro Morato
21 marzo - Padova - Gran Teatro Geox
The Mask and Mirror 30 Anniversary Tour :
20 luglio - Bard - Forte di Bard
21 luglio - Pratolino (Firenze) - Villa Demidoff
22 luglio - Roma - Rock In Roma (Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone)
24 luglio - Udine - Castello di Udine
25 luglio - Merano - World Music Festival