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SPEAKER'S CORNERA RUOTA LIBERA
29/03/2025
Live Report
The Pineapple Thief, 28/03/2025, Auditorium Parco della Musica, Roma
I Pineapple Thief confermano anche dal vivo di essere una band capace di coniugare tecnica e capacità espressiva, con i virtuosismi al servizio della canzone. Qui il report della serata e le fotografie del nostro Gianluca D'Alessandria.

I Pineapple Thief si sono imposti nel panorama musicale grazie alla loro peculiare formula prog capace di lambire i territori dell’alternative rock. Il loro seguito si è consolidato negli anni grazie a una solida discografia anche in Italia e la prova si è avuta nella Sala Sinopoli dell’Auditorium, gremita per l’appuntamento romano.

Da quando la formazione si è arricchita, ormai da un decennio, anche della presenza del funambolico Gavin Harrison alla batteria, l’occasione per un evento dei Pineapple Thief è ghiotta.

Il colpo d’occhio in platea è sorprendente: si notano persone di tutte le età e si intuisce una certa varietà tra i presenti: sicuramente qualche musicista appassionato, ma anche coppie giovani e meno giovani, insomma, sembra che il gruppo sia stato capace di attirare l’attenzione di diversi tipi di appassionati.

 

Le aspettative non vengono tradite e si comincia subito bene, con ispirate versioni di  “The Frost” e “In Exile”. La band è capace di creare fin da subito l’atmosfera giusta e la dimensione dal vivo permette di apprezzare il raffinato tessuto sonoro e le validissime armonie vocali alle quali contribuiscono il bassista Jon Sykes e il secondo chitarrista Beren Matthews.

Bruce Soord, voce e chitarra, guida la band in una carrellata che non trascura brani meno recenti e prima di “Versions of the Truth” ringrazia i presenti ammettendo che “è bello essere di nuovo qui, credo forse che l’ultima volta sia stata nel... 2021”. “2022!” corregge un attento fan dalla galleria. Rimarrà forse l’unica svista della serata, da parte di una band tecnicamente impeccabile (eufemismo). Si tratta in ogni caso di virtuosismi che non debordano, di una tecnica sempre al servizio della canzone.

 

A metà della serata, la band inscena un miniset acustico, con i quattro membri principali seduti per “Threatening War” e “Barely Breathing”. È un momento nel quale la band cerca di avvicinarsi anche fisicamente al pubblico. I volumi si abbassano per cercare maggiore intimità e contatto e l’interazione con i presenti si completa al momento di eseguire “Snowdrops”, dove viene chiesto ai fan di accompagnare la parte finale con un ritmato battito di mani.

Il sound elettrico torna poi protagonista alla ripresa della scaletta con un’energica versione di “Rubicon”. Ma occorre dire che i Pineapple Thief dimostrano di essere capaci di cogliere una elegante pienezza espressiva anche in momenti più intimisti come “To Forget” o in “It Leads to This”, la title-track del loro penultimo lavoro, dove il crescendo d’atmosfera prepara un’improvvisa deflagrazione nel momento centrale del brano. Il pubblico gradisce e accoglie con entusiasmo anche il momento finale della potente “Give it back”.

 

Il ritorno sul palco per i bis corrobora le sensazioni positive espresse dalla band: la voce di Soord si mostra adatta a un vasto spettro espressivo e diversi registri. Steve Kitch alle tastiere offre un tappeto sonoro di grande suggestione. La bravura e la presenza scenica degli altri non si discute.

La serata si conclude nel giusto tripudio dei fan e i Pineapple Thief confermano  di riuscire nell’impresa di coniugare la loro ragguardevole cifra tecnica con una notevole espressività, ulteriormente valorizzata nella dimensione dal vivo. Non è cosa da tutti.

 

 

Le foto della serata, a cura di Gianluca D'Alessandria