Non che questo in prospettiva sia necessariamente un male, anzi, il passaggio dei diritti del sottobosco mutante dalla Fox alla Marvel/Disney non potrà che portare un futuro più interessante e luminoso ai personaggi legati al franchise degli X-Men (e sono centinaia), resta solo da organizzare per bene il loro ingresso all'interno del Marvel Cinematic Universe, cosa che in casa Disney saranno senz'altro in grado di pianificare al meglio. Indecisioni, riprese aggiuntive, ripensamenti, slittamenti sulla data di uscita nelle sale, poi l'acquisizione dei diritti dei personaggi da parte della Disney e ancora la pandemia da Covid-19 e ulteriori rimandi; dopo una produzione parecchio travagliata il film riesce finalmente a ritagliarsi una finestra per approdare nelle sale, ma i "problemi" non finiscono qui perché sulla pellicola si abbatte la scure della critica che cala il carico da undici sulle vicende sfortunate di quelli che in Italia sono noti (a pochissimi) come I Nuovi Mutanti demolendo severamente il lavoro fatto da Boone. Con queste premesse un po' di diffidenza nell'approcciare la visione era più che giustificata, complici probabilmente le aspettative decisamente basse alla fine The New Mutants si rivela un prodotto meno terribile di come è stato dipinto, un film a target adolescenziale, pieno di difetti di realizzazione, ma a parere di chi scrive più interessante dell'ultimo capitolo dedicato agli X-Men, il trascurabile (a esser buoni) Dark Phoenix di Simon Kinberg.
Non a caso utilizzo la parola "interessante" per definire il film e non "bello", The New Mutants ha indubbiamente molti difetti e questi si vedono tutti, sembrano quasi rimbombare nei vuoti che il film presenta. Iniziamo con il dire che per essere un prodotto che avrebbe dovuto inserirsi in un contesto più grande, e lo dimostrano alcuni riferimenti agli X-Men di Xavier, The New Mutants non potrebbe sembrarlo meno. Il film di Boone dà proprio l'impressione di essere un elemento avulso dal contesto, difetto magari perdonabile per chi non è un amante sfegatato della continuity cinematografica, ciò non toglie che su questo aspetto si sarebbe dovuto lavorare molto meglio. Emerge inoltre una povertà di mezzi probabilmente dovuta al budget investito, non mi vengono in mente altre motivazioni valide, il riferimento non è tanto agli effetti visivi che pure sembrano più adatti a una serie tv che non a un'uscita in sala (se pensiamo al lavoro fatto da Disney con The Falcon and the Winter Soldier il confronto è impietoso) quanto proprio a quella sensazione di "vuoto" che pervade tutto il film. Cinque ragazzi rinchiusi in questa struttura opprimente insieme alla Dottoressa Reyes che deve prendersi cura di loro, i mutanti sono una realtà ormai consolidata ma in questa specie di clinica ci sono solo cinque mutanti e una dottoressa, e basta. Niente personale, nessun altro ragazzo, niente medici, la dottoressa Reyes in turno h24 sette su sette, insomma... anche qui si poteva trovare una soluzione migliore, tutta la costruzione dell'ambiente stride e non poco. Altre scelte invece possono essere più condivisibili, partendo dal casting che, eccezion fatta per il personaggio di Dani Moonstar la cui interprete Blu Hunt non mi è sembrata troppo adatta, mette in scena due o tre soluzioni molto indovinate, una su tutte la scelta di Anya Taylor-Joy nel ruolo di Illyana ma anche quella di Maisie Williams per Rahne Sinclair, non male nemmeno Charlie Heaton (da Stranger Things) nei panni di Sam, più anonimo Henry Zaga nel ruolo di Roberto ma anche lui non stona. Come accennavamo poc'anzi il target è adolescenziale, gli adulti possono tranquillamente tenersi alla larga, discreto quindi lo sviluppo che opera in questo senso ponendo l'accento sulle difficoltà di un'età di passaggio, ben esplorate attraverso la metafora del cambiamento, fisico ma non solo, dovuta all'esplosione dei poteri mutanti, evoluzione traumatica non sempre facile da controllare e con cui imparare a convivere per entrare in un'età nuova, molto naturale anche la gestione dello sbocciare di un'attrazione tra la ferina Rahne e la nuova arrivata Dani, un rapporto costruito da Boone con la giusta attenzione ai due personaggi, buona anche l'idea, sempre in ottica del target di riferimento, di dare a tutta la vicenda una connotazione horror, senza mai eccedere, un genere che di solito solletica la curiosità dei ragazzi, e proprio in questa direzione va la costruzione di tutta la vicenda. Sprecata e caratterizzata in maniera erronea la figura della Reyes, personaggio snaturato per come qui si è scelto di utilizzarlo.
The New Mutants non è un buon film, soprattutto ora che il livello medio in casa Marvel si è alzato non poco, ma ha un paio di idee da salvare che la Disney potrebbe riproporre meglio e con più convinzione, immagino tra un paio d'anni una Anya Taylor-Joy più matura che potrebbe essere una Illyana Rasputin fantastica, stessa cosa per Maisie Williams, attrice che solitamente non apprezzo particolarmente ma che qui trova una giusta collocazione, anche l'idea di pensare dei personaggi per un pubblico prettamente adolescente all'interno del MCU non è malvagia, che poi siano i New Mutants o qualcun'altro poco importa, il materiale non manca (qualcuno ha detto Young Avengers?), come già fatto in parte qui da Boone sarà possibile così navigare tra i generi come qui con l'horror strizzando l'occhio anche al film teen per eccellenza, quelli di Hughes per esempio tra l'altro coetanei della serie a fumetti New Mutants nata proprio nei primi anni Ottanta. Film sfortunato che lascia l'amaro in bocca per l'occasione sprecata, speriamo di rivedere il Demone Orso in futuro in un film che sia almeno degno del materiale di partenza.