Una band alle prime armi, una canzone che dura solo un minuto e cinquantotto secondi, una hit epocale. Questa è la storia di The Letter, unico grande successo dei Box Tops, band proveniente da Memphis e attiva nella seconda parte degli anni ’60, che vide militare tra le sue fila il grande Alex Chilton (Big Star), allora poco più che sedicenne.
Un brano che, ai tempi, ebbe un incredibile successo di vendite, per quel testo limpido ma ambivalente, che ben poteva adattarsi a una storia d’amore totalizzante oppure alle speranze e alle paure di chi, in quegli anni, stava combattendo un’assurda guerra in Vietnam, lontano mille miglia da casa. Perché The Letter è la storia di un ragazzo che riceve una lettera dalla propria amata, una lettera gonfia di sentimento e nostalgia, un’implorazione a tornare, perché l’assenza è un pungolo costante che non lascia vivere.
E’ evidente che si tratta di una canzone d’amore, ma è altrettanto evidente che questo breve brano, così struggente e appassionato, non poteva che essere anche una delle canzoni preferite dai soldati americani, che ascoltandola si sentivano più vicini ai propri affetti e nutrivano la speranza che, un giorno, avrebbero fatto ritorno alle loro tranquille esistenze.
L’inizio è folgorante, suggerisce immediatamente la lontananza e l’urgenza di ricongiungersi con l’amata: “Dammi un biglietto per un aereo, Non ho tempo per prendere un treno veloce, I giorni solitari sono finiti, sto tornando a casa”. Non c’è un attimo da perdere, non importa quanta strada separi i due amanti, non importa quanto possa costare il viaggio (“I don't care how much money I gotta spend”), quella lettera è arrivata e ha aperto una ferita che va immediatamente rimarginata (“Mi ha scritto una lettera, Ha detto che non poteva più vivere senza di me, Ascolta signore, non vedi che devo tornare indietro?”).
La canzone, che fu pubblicata nel luglio del 1967, e che fu un successo clamoroso, tanto da raggiungere la prima piazza sia nelle classifiche statunitensi che in quelle canadesi, ha una genesi curiosa. The Letter, infatti, fu scritta da Wayne Carson, polistrumentista, produttore e autore di numerose hit, prendendo spunto da una dritta del padre, che gli consigliò di iniziare una canzone partendo dal verso “Gimme a ticket for an aeroplane”. Detto, fatto. Carson compose The Letter ispirato dal suggerimento paterno, e una volta pronta, inviò un demo del lavoro fatto a Chips Moman, proprietario dell'American Sound Studio a Memphis (Tennessee). Costui aveva adocchiato i DeVilles, una band locale di sbarbati, nelle cui fila militava Alex Chilton, un ragazzino con una voce dal timbro inconfondibile. Una volta arruolato il gruppo e cambiatogli il nome in The Box Tops, Moman mise loro a disposizione lo studio di registrazione, e i cinque giovanotti, nonostante fossero completamente inesperti, fecero il miracolo.
Oltre all'incredibile successo di vendite, la canzone è stata, infatti, posizionata dalla rivista Rolling Stone al numero 372 della lista delle 500 canzoni più belle di ogni tempo, e nel 2011, il singolo è stato inserito nella Grammy Hall of Fame.
Tra le tante cover del brano, merita una menzione quella realizzata da Joe Cocker nel 1970: una reinterpretazione così riuscita da regalare al musicista britannico la sua prima top ten nelle charts americane.