Innanzitutto, sono doverose le presentazioni. Sotto il moniker Blind Ego si nasconde Kalle Wallner, chitarrista della band tedesca di progressive RPWL, una realtà in circolazione oramai da una ventina d’anni. I Blind Ego, però, pur indugiando talvolta in sonorità che possono richiamare la casa madre, si muovono su coordinate diverse, percorrendo i territori di un rock appassionato, melodico, talvolta spinto all’accelerazione da slanci contigui all’hard rock.
A fianco dell’ottimo chitarrista, protagonista assoluto del disco, suona una line up di tutto rispetto, e cioè il nuovo e versatile cantante Kevin Kearns, proveniente dal circuito metal, il tastierista Yogi Lang (anch’egli militante nei RPWL) e dal batterista Michael Christoph.
Come detto, pur non mancando incursioni nel progressive moderno, il disco si attesta su canoni più propriamente rock, senza disdegnare un approccio melodico, spesso uncinante, come avviene nello splendido brano di apertura che porta il nome dell’album, in cui l’interplay fra acustica ed elettrica introduce il tiro grintoso e ansiogeno di una canzone che sfocia in ritornello da mandare a memoria fin dal primo ascolto.
Chiave di volta del disco è, ovviamente, Wallner, chitarrista dotato di un tocco pulitissimo, di ottima tecnica e di grande fantasia. Ne deriva, ovviamente, un enorme appagamento per tutti gli amanti della sei corde, che troveranno in The Hunting Party riff coinvolgenti e splendidi assoli.
"The Stranger" (anche qui acustica ed elettrica convivono in perfetta simbiosi) è un brano che combina la melodia ariosa del ritornello a strofe cariche di tensione, "Spiders", invece, è cupa e spigolosa, il mood è ruvido e lambisce territori hard rock, mentre l’andamento è caratterizzato di improvvise accelerazioni che trovano, comunque, nel ritornello il consueto gancio melodico.
"Boiling Point" procede caracollante, mettendo in luce le grandi doti vocali di Kearns, che pur provenendo dal metal core, è perfettamente a suo agio con una melodia dalle sfumature quasi pop. "In The Blink Of An Eye" possiede un incede più meditabondo, pur essendo innervata di un’oscura tensione che trova sfogo nell’urlo liberatorio di Kearns e in un sublime assolo di Wallner, che evoca il suono iconico di Gilmour.
E se "Breathless" si apre con un riff inquietante, per poi procedere oscura, tra chitarre ruvide e qualche tocco di elettronica, la conclusiva "When The Party’s Over" è un gemma melodica aperta da meravigliosi tocchi di chitarra, che si srotolano verso partiture più morbide e un ritornello che è una vera e propria esplosioni di colori.
Forse, l’unico difetto dell’album è il fatto che ci troviamo di fronte a una scaletta di sole sette canzoni, quando, visto il risultato finale, se ne sarebbero ascoltate volentieri molte di più. The Hunting Party è un disco di assoluto valore, che gioca con elementi prog, senza tuttavia perdersi nei meandri del genere, preferendo cimentarsi nell’alternanza vincente di grandi melodie strattonate da una cospicua dose di elettricità. Un escamotage che consente alla band di Kalle Wallner di prendere due piccioni con una fava: i progster, che qui troveranno una declinazione moderna della musica che amano, e quel pubblico più ampio, che ama il rock a prescindere da specifiche etichette.