Non mi sono rincoglionito, no.
Non mi è apparso in sogno Enrique Iglesias ad indicarmi la via del latin pop. Non mi sono iscritto a nessun corso di zumba da effettuarsi la prossima estate su una spiaggia del Salento insieme ad una torma di buzzicone disintegrate. No, no.
Sto solo ascoltando “The Havana Remixes” che come dice il titolo è il remixaggio di “Havana ‘58”, ultimo lascito della crew tedesca Bahama Soul Club, uscito per la Bayù Records lo scorso luglio e posso dirvi che se il latin fosse tutto come questo ci risparmieremmo tutte quelle incazzature estive quando la radio vomita i successi dell’idolo di turno.
Questo, come detto, è un album di remix dove i Bahama Soul Club hanno chiamato a coorte alcuni tra i migliori DJ’s e produttori per rovesciare come un calzino l’album testé citato.
Quindi beat e bassi in primo piano, le melodie ove persistono rimangono relegate in secondo piano.
L’inizio è come un falso allarme, “Muévelo Papi” è infatti un classico boogaloo remixato dai Club de Beluga che niente lascia presagire su quello che arriverà dopo: da “No Words” in poi, dove Smoove da Newcastle macina breakbeat con un tocco di jazz e organo hammond, ci troviamo scaraventati al centro di un dancefloor dove la house diventa la predominante di tutto il lavoro.
House declinata in tutte le sue forme, da quella con dentro il vocalise di Brenda Boykin e Opolopo in “Dizzy’s Bounce”, alla disco lounge funk di “Tropicana Flight” per opera di Zouzouelectric.
I break latin funk li troviamo grazie a Jack & Jointz nella bella “Rumba Fugaz” mentre echi di brazilica appaiono nella balearic house di Positive Flow. Il tempo di rilassarci un attimo quando ritorniamo in pista con l’italiano Suonho e la sua rilettura di “No Words” dove vengono accentuati gli afrori swing e jazz. Lo stesso ci dà una rilettura di “Muévelo Papi” dove al posto del boogaloo abbiamo una marcata impronta funk, il funk che ritroviamo nuovamente in “Tropicana Flight” questa volta nella versione di Maestro e Vezzola.
Insomma come avrete ben capito mi sono immerso in questo turbinio di breakbeat e di ritmi da dancefloor, memore dei miei trascorsi disco (e infatti la house non è altro che la sua naturale evoluzione) e credo che ne uscirò fuori difficilmente. Il ritmo è ovunque intorno a me, anche mia mamma che non sta zitta neppure quando mangia è un ritmo continuo, un turbinio di parole che chissà che effetto avrebbero se remixate da uno di questi campioni della consolle.
Per adesso mi accontento dell’Havana Remixes e vi invito a fare altrettanto: se il ritmo lo avete addosso qui c’è tanto di cui godere.