Dopo le contaminazioni pop di True Sadness (per qualcuno il peggior capitolo della loro carriera) e il discreto, ma non certo esaltante, Closer Than Together, i fratelli Seth e Scott Avett, pubblicano il terzo capitolo della serie The Gleam, iniziata nel 2006, prima del passaggio a una major, del successo di vendite (in America gli Avett Brothers sono un’istituzione) e della vittoria del Grammy.
Un disco fatto in casa, dall’impostazione semplice ed essenziale, con cui la band, originaria della Carolina del Nord, torna alle proprie origini nostrane. Un disco che riscopre le radici e gioca le sue carte migliori, ancora una volta, nella melodia, che nello specifico diviene il punto di forza di ciascuna delle otto canzoni in scaletta. Sebbene questo sia sempre stato un elemento essenziale fin dall'inizio, nel corso degli anni, qualcosa è cambiato nella proposta dei fratelli Avett, i quali hanno ampliato la line up della band e hanno puntato soprattutto sulla costruzione di brani innodici, ottimi per i loro travolgenti live act (uno sguardo a youtube, per capire cosa sono in grado di fare questi ragazzi quando salgono su un palco).
The Gleam 3 , come i suoi due predecessori, è, quindi, un omaggio ai tempi andati, una rimpatriata per misurarsi con un suono più tradizionale e meno manipolato: chitarra, banjo, mandolino, spiccioli di pianoforte e il fidato bassista Bob Crawford, alle prese con il contrabbasso. Niente di più. Ne consegue che questo nuovo lavoro è un disco asciutto, sobriamente arrangiato, che cerca soprattutto di percorrere la strada della sincera emozione, di una veracità rurale e di melodie che sgorgano semplici ma potenti, direttamente dal cuore.
Canzoni, però, che come era accaduto nel precedente Closer Than Together, puntano anche lo sguardo sull’America di oggi, sulla deriva etica di un paese che appare sempre più in affanno (ogni riferimento a Trump non è puramente casuale). Ciò avviene, ad esempio, nella struggente I Should’ve Spent The Day With My Family, brano che esprime l'angoscia provata quando la giornata inizia con la notizia che c'è stata un'altra sparatoria a scuola: la tragedia che incombe per tutto il giorno, il senso d’impotenza, la paura, il dolore, la frustrazione di vivere in un paese dove le armi dettano legge e di non poter fare granchè per difendere la propria famiglia.
Un episodio drammatico, che si inserisce in un contesto decisamente più leggero e solare, in cui spiccano per bellezza Victory, Women Like You e The Fire, appassionate ballate d'amore, così vibranti e sincere da far battere il cuore e scendere una lacrima. La sincerità e l’immediatezza delle composizioni, nonostante la breve durata del disco, garantiscono solidità all’impianto e consentono praticamente a ogni brano di suonare in modo altrettanto sorprendente. Queste sono canzoni guidate semplicemente da una necessità emotiva, indipendentemente dalla forma, che nello specifico si immedesima con la stessa sostanza.
Quelli di Gleam 3 sono gli Avett al meglio, quelli che fanno ciò che hanno sempre fatto, ma spinti, questa volta, semplicemente dal desiderio di condividere la loro umanità, anche a costo di sacrificare la verve in nome di una toccante vulnerabilità. Un bagliore, come evoca il titolo, che illumina questi giorni bui con la forza disarmante della verità.