Segnatevi questo nome, anche prima di leggere la recensione. Anzi, evitate proprio di perdere tempo a leggere e correte ad ascoltarvi The Dance Between Extremes, album d’esordio dei brasiliani Ego Kill Talent, che, azzardo un’affermazione un pò tranchant, sono una delle migliori alternative rock band in circolazione.
Purtroppo, però, ancora pochi lo sanno, e gli EKT, nonostante il passaparola, restano, per il momento, un ascolto di nicchia. Anche perché la pandemia ha cambiato le carte in tavola, e il 2020, che avrebbe dovuto essere l’anno della loro svolta, si è poi rilevato nefasto. L’uscita del disco è stata rimandata e i tour, in cui la band brasiliana avrebbe dovuto condividere il palco con Metallica e Greta Van Fleet, sono stati soppressi. Saltati i piani, questi cinque ragazzi brasiliani non si sono dati per vinti, hanno pubblicato due Ep in attesa di tempi migliori, e oggi, finalmente, escono con il loro disco d’esordio. Che è bellissimo, una vera e propria bomba.
Potremmo parlare di un alternative rock che guarda per ispirazione alla metà del 2000, potremmo azzardare inutili paragoni con Foo Fighters e Alter Bridge, ma tutto sarebbe estremamente riduttivo. Gli Ego Kill Talent sono una band straordinaria, a cui manca davvero poco per fare l’inevitabile salto di qualità. Sanno suonare da Dio, sono tecnicamente poliedrici, tanto che dal vivo si scambiano gli strumenti per il divertimento del pubblico pagante, e conoscono il segreto per scrivere grandi canzoni. Sanno essere rumorosi e arrembanti, forgiando nel metallo riff pesantissimi, ma al contempo sanno giocare con la melodia, rendendo accattivante ogni singola canzone che compone la scaletta dell’album. Non solo. Grazie anche al contributo del produttore Steve Evetts (un maestro del metal, che ha lavorato, tra i tanti, con i connazionali Sepultura) hanno definito un suono e uno stile unico, in cui potenza di fuoco e ritornelli goduriosissimi trovano un perfetto bilanciamento con un’attitudine quasi prog. Non è un caso, infatti, che le canzoni, per quanto immediate e dirette, siano assolutamente imprevedibili, imboccando spesso strade inaspettate e musicalmente seducenti.
Ascoltate l’iniziale NOW! per farvene un’idea: melodia allo stato puro stritolata fra riff al metallo, stop and go, cambi ritmo, incredibili digressioni strumentali. Un biglietto da visita che apre a un disco, in cui non c’è un solo attimo di stasi, non un solo riempitivo o calo di tensione. Difficile citare un brano che suoni meglio dell’altro, perché sono tutti così vitali e carichi di energia da lasciare senza parole.
Deliverance possiede un tiro pazzesco ed è al contempo così stranamente afflitta e malinconica, Our Song sfoggia un ritornello da compulsivi passaggi radiofonici, Sin And Saints è una bordata funk metal che asfalta i padiglioni auricolari, e potremmo continuare per ognuna delle dodici tracce, ognuna delle quali con una caratteristica, un suono o un’intuizione che riescono a carpire l’attenzione e sorprendere.
E’ forse ancora presto per dirlo, ma gli Ego Kill Talent possiedono tutte le carte in regola per diventare stelle di prima grandezza: esordire con un disco di questa caratura, tecnica e qualitativa, non è da tutti, rileggere il metal con tale attitudine melodica, è da autentici fuoriclasse. Ma questo, se avete evitato di leggere la recensione e siete corsi ad ascoltare il disco, già lo sapete.