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RE-LOUDDSTORIE DI ROCK
31/10/2017
Morphine
The Best Of Morphine 1992-1995
Questo sangue nerissimo scorre in tutte le tracce e si acquieta raramente; in realtà riposa come una seconda coscienza sotto la scorza dei ritmi più lineari, predisponendo a un ascolto solo apparentemente rilassato.
di Vlad Tepes

Che il fascino dei Morphine (Mark Sandman, voce,chitarra,basso, tastiere; Dana Colley, sassofono; Billy Conway, batteria, percussioni, poi Jerome Deupree) sia quella di una controllata decadenza? Dai generi, ovviamente. Come Il mucchio selvaggio o Pat Garrett & Billy the Kid di Sam Peckinpah traggono la loro sostanza dalla negazione dell’apoteosi della frontiera (ma non del mito della frontiera), così i Morphine si sostanziano della grande stagione dei generi che omaggiano (il cool jazz, il blues), ma la assimilano accogliendone la vena più sotterranea e problematica, meno celebrativa.

“Super Sex” è uno dei brani paradigmatici. Un sassofono dai toni lancinanti viene ritmato dalla due corde di Sandman: ne esce, con la massima semplicità di mezzi, un notturno metropolitano hard boiled (I got the whiskey baby/I got the whiskey/I got the cigarettes/You are a super ultra maxi mega super funkie/American love baby) il cui cupo sottofondo è rigato dai fasci di luce di automobili lanciate su strade perdute.

Questo sangue nerissimo scorre in tutte le tracce e si acquieta raramente; in realtà riposa come una seconda coscienza sotto la scorza dei ritmi più lineari, predisponendo a un ascolto solo apparentemente rilassato.

C'è da dire che il Best of non racchiude tutto il meglio dei Morphine. Per ascoltare il meglio occorre ascoltare la discografia dei Morphine; in toto. Potete prendere spunto dal meglio, integrarlo con le splendide frattaglie dei B sides e quindi passare per Good (1992) e Yes (1995) e arrivare al capolavoro che mette tutti d'accordo, Cure For Pain (1993).

In ricordo di Mark Sandman, che il dio del rock l'abbia in gloria.