Matthew Cooper (nato nel Tennessee, cresciuto a Louisville, Kentucky, residente nell’Oregon, a Portland), tastierista e chitarrista, raggiunge, con Talk Amongst The Trees, assieme all’esordio Copia, il vertice della propria produzione.
La sua musica gode di una struttura elementare, basata com’è sul gioco dei due strumenti anzidetti, ma Cooper riesce comunque a generare composte architetture minimali e ambientali fidando soprattutto sulla lunga durata; le sue avvolgenti sonorità abbisognano, infatti, per formalizzarsi compiutamente in oggetto e nella mente dell’ascoltatore, di dipanarsi lentamente: negli episodi più alti (“Taken”, “New Animals From The Air”, “One”) uno strumento assolve il compito di una frase ripetitiva o di semplice bordone, mentre l’altro esegue minime variazioni su quel tema insistito che possono anche evolvere in crescendo come in “Taken” (16’56’’): qui un delicato e ripetitivo strumming di chitarra viene gradatamente sommerso dal gonfiarsi dell’onda delle tastiere. “New Animals From The Air” (10’47’’), invece, pur vantando la stessa impostazione, non ne altera il ritmo per tutta la sua durata; “One” (7’44’’) è ancor più spoglia, dominata da profonde pulsazioni e labili tastiere (quasi un Trollmann av Ildtoppberg); “Show Us Our Homes” (4’46’’) è un breve quadro di musica ovattata e sospesa come in un paesaggio nebbioso e invernale; “Calm Of The Cast-light Cloud” (5’30’’) è pura monocromia.
L’impressione generale è che Eluvium si tenga lontano dalla feconda ambiguità dei Labradford o dall’attonita meraviglia dei Lightwave o da certe cupe profondità di alcuni contemporanei: la sua peculiarità consiste nell’iterare, variandole lentamente, sonorità pulite ed ordinate, venate da freddi accenti crepuscolari, seppur mai problematiche o davvero profonde.