Una macchina che punta l’orizzonte, il finestrino abbassato, il vento che spettina i capelli, nel cuore un’illogica allegria e in testa zero pensieri. Provate ad ascoltare Surrender, prima traccia da Heaven Tonight, disco dei Cheap Trick datato 1978, magari proprio mentre vi fate un giro in auto in una bella giornata di sole, e le sensazioni che proverete saranno quelle di una fluttuante leggerezza e di uno straripante ottimismo. E provate a trattenervi dal cantare il ritornello, se siete capaci, perché è un’impresa che rasenta l’impossibile.
D’altra parte, Surrender è un inno per teenager, una canzone che parla di adolescenti, nello specifico dei rapporti fra un ragazzo e suoi genitori, e che inevitabilmente riconduce l’ascoltatore all’inconsapevolezza di quegli anni semplici, in cui i problemi più gravi si riassumono quasi tutti in uno scazzo con mamma e papà. Per scrivere la canzone, Rick Nielsen, chitarrista e mente pensante della band, ha più volte raccontato di aver fatto un incredibile sforzo di immedesimazione per tornare a pensare e ragionare come il quattordicenne protagonista delle liriche.
Il quale si lamenta del fatto che i genitori siano iperprotettivi, perché continuano a metterlo in guardia a proposito delle ragazze (“Me l'ha detto la mamma, sì, me l'ha detto. Incontrerai ragazze come te”), dalle quali potrebbe prendersi chissà quale malattia (“Mi ha anche detto di stare lontano, Non saprai mai cosa catturerai. Proprio l'altro giorno ho sentito di un soldato che sta morendo, (a causa di) un po' di spazzatura indonesiana”). Tuttavia, se è vero che i suoi genitori sono un po' troppo asfissianti, è altrettanto vero che sono anche simpaticamente strani, dal momento che il ragazzo, una notte, li scopre a rotolarsi sul divano, mentre ascoltano i suoi dischi dei Kiss (una citazione, questa, inserita nel testo come ringraziamento alla band di Gene Simmons per averli supportati quando erano agli esordi).
Insomma, papà e mamma fanno quello che devono fare, e cioè proteggere e raccomandarsi, ma alla fine non sono altro che degli adolescenti un po' cresciuti, che riescono a rimanere connessi con le nuove generazioni grazie alla musica, un collante che non ha età.
L’ultimo inno per teenager degli anni ’70, così la definì Rolling Stone USA inserendola alla posizione 471 della sua lista delle 500 canzoni più belle di sempre, Surrender fu tiepidamente accolta negli States, dove arrivò solo alla sessantaduesima piazza di Billboard 100, mentre fece sfracelli in Giappone, paese nel quale i Cheap Trick registrarono il loro album più famoso, At Budokan, uscito l’anno successivo, nel 1979.