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REVIEWSLE RECENSIONI
Stay Around
J.J. Cale
2019  (Because Music)
BLUES CLASSIC ROCK AMERICANA/FOLK/COUNTRY/SONGWRITERS
8/10
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10/05/2019
J.J. Cale
Stay Around
Approcciarsi a una raccolta di inediti può spesso risultare un’operazione difficile e, in alcuni casi, molto rischiosa. Esiste, infatti, una linea sottilissima che congiunge una vuota operazione di marketing alla necessità più nobile di consegnare all’umanità un altro pezzo del talento sopraffino di un artista.

Chi vi scrive non vuole nascondere questo timore, l’ho avuto sin dal primo momento della pubblicazione del video promozionale. Mi immaginavo già con le cuffie nelle orecchie, pietrificato e con un solo pensiero nella testa: ci sei cascato, complimenti!

Ecco, fortunatamente non è questo il caso, diciamocelo subito. Il disco che lo storico manager e amico di Cale, Kappus, e la Lakeland, moglie del songwriter dell’Oklahoma, ci consegnano è un disco “vero” e poco importa se alcune delle canzoni che lo compongono siano state registrate in salotto. Il suono, le chitarre, la voce e le parole sono homemade, sono quelle che hanno influenzato e arricchito artisti del calibro di Eric Clapton e Mark Knopfler, sono quelle che hanno dato i natali al “Tulsa Sound” e di cui oggi siamo infinitamente grati.

Perché se da un lato il disco non aggiunge niente di nuovo a quanto già sapevamo circa la grandezza di JJ Cale, dall’altro riusciamo a scorgere la schiettezza e il talento cristallino che hanno contraddistinto uno degli autori contemporanei più schivi della storia musicale americana.

Mentre il disco gira ripetutamente sul piatto e il suono risplende della sua essenziale brillantezza, privo di artificiose sovrapproduzioni, alcune immagini si costruiscono liberamente. Chissà quante volte Kappus avrà detto all’amico “John, hai una montagna di materiale, perché non produciamo un disco?” e Cale che, dal divano di casa, gli avrà risposto “Mike, io non ho voglia di partire per un tour!”.

Pura fantasia, ma il rapporto tra di loro non deve essere stato tanto diverso nella sostanza. Ma veniamo al disco: quindici tracce per 49 minuti di “personalità”. Di quel carattere che, per quanto schivo e riservato fosse, è sempre stato avvolto da una raffinatissima sensibilità. Si passa dai suoni jazzy di “Oh my, my” a quelli più allegri e melodici di “Wish you were here”. La title track “Stay Around” e “Chasing you” ci ricordano nel modo più eclatante i motivi per cui JJ Cale sia stato considerato “probabilmente il più grande artista americano” (cit. Clapton). Tra quelle melodie,  troviamo cristallizzata la portata di John Weldon Cale, quella stessa che ha dato alla luce “Call me the Breeze”, “Cocaine” e “After Midnight”. Dunque, non facciamoci condizionare dalla presenza troppo bluesy di “My Baby Blues” della moglie Christine perché il marchio di fabbrica e lo stile di Cale li troviamo, senza compromissioni, già dall’inizio dell’album con “Light Down Low” e proseguono con “Go Downtown” e “Tell Daddy”. Lo stile ricco, unico e chiaramente riconoscibile rende omaggio in modo delicato e raffinato ad uno “dei più grandi”, senza giochi di prestigio, senza artifici. “Stay Around” ci restituisce dunque una manciata di canzoni “finite”, limpide, e di sostanza.  Seppur le tonalità siano più country, non ci resta che farci avvolgere dalle melodie e rivolgere un sentito ringraziamento a chi ha deciso di rovistare in quei “cassetti” per darci ancora la possibilità di assaporarne il talento.

Stay around, John!


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