E c'è soprattutto un sapere di cosa si parla, o meglio, di cosa si vuole parlare.
Di sesso.
E dell'educazione al sesso.
Perché come detto lo scorso anno, in un mondo in cui abbonda la pornografia, la precocità, educare e informare può passare anche attraverso una serie TV.
Si torna a Moordale quindi, e lo si fa con qualche consapevolezza in più.
L'ambientazione è sempre quella: così perfettamente retrò pur essendo i giorni nostri, così americana pur essendo in un'Inghilterra da sogno, dove vorrei prima o poi capire la topografia della città vista la foresta che la circonda e che i protagonisti devono attraversare.
Lo si capisce subito che a questo secondo giro il tiro va alzato, che si deve parlare e si devono trattare temi legati alla sessualità e all'intimità in modo chiaro e approfondito.
Ci pensa Otis, ancora una volta nei panni del consulente reticente che finalmente ha scoperto le gioie della masturbazione. E ci pensa soprattutto sua madre, che entra ufficialmente nei ranghi di una scuola che questa educazione non la sa portare avanti.
Parlando così non solo ai giovani, ma anche agli adulti tra consigli di coppia, prese di posizione, libertà da non temere. Tra malattie sessualmente trasmissibili, vaginismo, sicurezza di sé, si può parlare di tutto, e tutti vengono rassicurati.
Purtroppo non mancano le situazioni che già si sono viste, e che sembrano quasi forzate:
- La rappresentazione di Romeo e Giulietta
- Lo sportivo di turno che si ricicla tra i nerd
- La festa alcolica che finisce male
- La punizione che sembra uscita da The Breakfast Club
Ma per fortuna tutti questi cliché prendono una linea nuova.
Vengono rimescolati da quella che è la vera forza di Sex Education: la scrittura.
E allora:
- Romeo e Giulietta diventa un musical pieno zeppo di alieni e riferimenti sessuali che manda in acido
- Lo sportivo di turno si cruccia più con i genitori che non con gli amici, trovandone una bravissima
- La festa alcolica diventa occasione di parlare di protezione e sicurezza
- La punizione fa da sfondo al momento più alto e significativo della stagione, in cui si parla a noi tutte, noi donne/ragazze che per commenti e comportamenti sessualmente non richiesti, ci mettiamo in gabbia, viviamo nella paura, cambiamo i nostri comportamenti.
La storyline di Aimee che preferisce camminare che prendere il bus, diventa quella portante, alla faccia di triangoli amorosi, prese di coscienza sui propri sentimenti, sul proprio ruolo di figlio o di moglie.
Certo, continua il tira e molla tra Otis e Maeve, continuano i dolori di Maeve alle prese questa volta con una madre da tenere d'occhio, continuano le insicurezze di Jean, gli innamoramenti di Eric e i bullismi dei Groff, ma è quando si parla seriamente che si tocca il cuore della vicenda.
Anche se non sempre tutto torna, va detto, tra tempistiche sbagliate e amicizie che lasciano in sospeso cose importanti. Non torna nemmeno un Preside che esagera in tutto, pure nella recitazione.
Contano fin là allora le faccette, gli orgasmi e gli urletti che fanno tanto insta-meme, conta il succo del tutto: un'educazione sessuale e sentimentale di cui si aveva un gran bisogno.