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REVIEWSLE RECENSIONI
Spiral in a Straight Line
Touché Amoré
2024  (Rise Records)
POST-PUNK/NEW WAVE HARDCORE ALTERNATIVE
7,5/10
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13/11/2024
Touché Amoré
Spiral in a Straight Line
Dopo quattro anni di attesa, i Touché Amoré tornano con Spiral in a Straight Line, un album che riflette profondamente su temi di crescita e resilienza. In questo nuovo lavoro, la band di Los Angeles continua a mescolare l'intensità del post-hardcore con influenze indie, esplorando nuove sonorità senza mai perdere la carica emotiva viscerale che li ha resi inconfondibili.

I Touché Amoré si sono guadagnati un ruolo centrale nel panorama del post-hardcore contemporaneo grazie alla loro capacità di fondere testi intimi a un’aggressività sonora che crea un mix unico di caos e melodia, richiamando per certi versi band come Jawbox e Converge. Pubblicato da Rise Records (un cambio inaspettato dopo anni di collaborazione con Epitaph) e prodotto ancora una volta da Ross Robinson (celebre per i lavori con Korn, Slipknot e At The Drive-In), Spiral in a Straight Line rappresenta una nuova tappa nell’evoluzione della band losangelina, confermando come i Touché Amoré (il cantante Jeremy Bolm, i chitarristi Clayton Stevens e Nick Steinhardt, il bassista Tyler Kirby e il batterista Elliot Babin) sappiano esplorare nuovi territori sonori senza mai perdere la visceralità che caratterizza la loro musica.

Successore dell’acclamato Lament (2020) e del capolavoro Stage Four (2016) – album che hanno trasformato i Touché Amoré da band ispirata allo screamo anni Novanta in un’istituzione del post-hardcore contemporaneo – Spiral in a Straight Line riflette sia sul percorso personale e artistico del gruppo, sia sulle emozioni suscitate dalle sfide della vita.

 

Il brano di apertura, “Nobody’s”, stabilisce immediatamente il tono del disco: l’inconfondibile voce di Bolm emerge su un groove che sfiora l’alternative rock. «Perciò piangeremo in direzione del futuro», grida il cantante, rivelando uno dei temi centrali dell’album: guardare avanti, nonostante i traumi. Questo sentimento permea l’intero disco, manifestandosi nell’interazione tra le radici post-hardcore della band e la loro crescente affinità per l’indie, ispirazione confermata dagli stessi Touché Amoré, che hanno citato i Fontaines D.C. come influenza principale nella scrittura di Spiral in a Straight Line (evidentissima in “Force of Habit”).

Tra gli aspetti più sorprendenti dell’album spicca proprio la capacità dei Touché Amoré di colmare il divario tra queste influenze. In “Subversion (Brand New Love)” compare Lou Barlow, icona di Sebadoh e Dinosaur Jr., la cui carriera, oscillante tra l’hardcore e l’indie rock introspettivo, rispecchia l’evoluzione dei Touché Amoré. Il brano, omaggio di Bolm a “Brand New Love” dei Sebadoh, culmina in uno dei momenti più catartici dell’album, con il canto di Barlow che aggiunge una nota di nostalgia all’emozione grezza della canzone.

Analogamente, “Goodbye for Now”, con la partecipazione di Julien Baker (alla terza collaborazione consecutiva con la band), evidenzia la capacità del gruppo di creare momenti di bellezza pacata nel cuore della tempesta. Le voci eteree di Baker trasformano il brano in un inno malinconico e atmosferico, ricordando che, pur nell’angoscia, la musica dei Touché Amoré parla anche di trovare conforto e connessione nel caos.

 

I testi di Bolm, come sempre, caricano l’album di una grande intensità emotiva. In “The Glue”, il frontman riflette sul tempo che passa e sulle distanze che questo crea: «Dieci anni sono passati», canta, alludendo sia alla crescita della band sia alle distanze che il tempo impone nelle relazioni. Nonostante il rischio di ripetitività, i suoi testi continuano ad ambire a una certa confessionalità, suggerendo come la crescita emotiva non sia una soluzione definitiva, ma piuttosto un imparare a convivere con i sentimenti irrisolti.

Il tema della vita come vortice emotivo è particolarmente evidente in brani come “Mezzanine” («Siamo ingarbugliati, E non è facile, non è facile, Ci giriamo intorno, Mentre ci districhiamo, ci districhiamo»), “Altitude” (che include il verso «I spiral in a straight line» che ha ispirato il titolo dell’album) e “Hal Ashby”, tributo all’omonimo regista di culto noto tra gli anni Sessanta e Settanta per film che esplorano temi come la morte e l’auto-realizzazione. Nonostante qualche lieve concessione alla melodia e un avvicinamento all’indie e all’alternative rock (da questo punto di vista, le vere novità dell’album sono l’utilizzo della chitarra acustica come tappeto sonoro nella gran parte della canzoni, la scelta di usare la Rickenbacker come chitarra elettrica da parte di Nick Steinhardt e la presenza “spettrale” di Ioanna Gika in “Altitude”), i Touché Amoré affrontano sempre tematiche profonde, dimostrando come anche nei momenti più leggeri c’è spazio per la riflessione.

 

Insomma, Spiral in a Straight Line è un album che parla di persistenza. Se Stage Four rappresentava l’apice emotivo della band e Lament un percorso di guarigione, questo nuovo lavoro segna un momento di riflessione e riconciliazione, dove la band continua a crescere senza mai abbandonare il proprio nucleo emotivo.