Signore e signori, gli sgangheroni. Messi insieme durante i primissimi anni Novanta, i Trumans Water (Kirk Branstetter, chitarra; Glen Galloway, voce, chitarra; Kevin Branstetter, basso; Ely Moyal, batteria) rappattumano da subito un paio di EP in cui, fieramente, rivendicano, forse a loro insaputa, il primato della melodia sbrindellata, del giro strumentale raffazzonato, dell'andamento alticcio.
Dopo un primo album, Of Thick Tum, del 1992, i californiani celebrano la propria estetica strimpellata nel doppio Spasm Smash. Già dalla prima traccia, “Aroma Of Gina Arnold” (8'19''), essi improvvisano una jam strutturata davvero con spasmi chitarristici, reiterazioni insistite, rapidissimi ghirigori, cesure dissonanti da cui ripartire con le peculiari tirate, tintinnanti e fuori registro. Questo non impedisce creazioni quasi ortodosse (“Speeds Exciting”, “Our Doctors Think We're Blind”, “K-Song Mindstar Forklift”), ma la cifra estenuante della loro arte si ritrova in “Athlete Who Is Suck” o nel girotondo allucinato di “Rations”, condito da urla sgraziate, o in “Death To Death Things” in cui cercano, con successo, tramite la ripetizione sferragliante di alcune frasi musicali, di saturare l'orecchio dell'ascoltatore e gettarlo nella costernazione più attonita. L'impressione generale retrospettiva di tale orgia d'elettricità sbilenca è, però, grandiosa: nella sua ossessività (dei suoi ottanta minuti) conduce fisicamente a riconsiderare i limiti delle proprie esperienze sonore.
Non mancano, peraltro, le sorprese: la traccia finale, “The Sad Skinhead”, è una cover dei Faust (da Faust IV); quella precedente, apparentemente incongrua nel titolo, “Bladder Stomp – Krautrock” sembrerebbe ispirata più che da “Krautrock” (sempre dallo stesso lavoro dei Faust) dalle parti chitarristiche di Barrett su “Interstellar Overdrive”: ne vien fuori, al netto dell'iniziale crescendo, uno strumentale acido ed astratto, uno degli apici dell'intera opera.