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THE BOOKSTORECARTA CANTA
Sospetto
Percival Everett
2011  (Nutrimenti)
LIBRI E ALTRE STORIE
7/10
all THE BOOKSTORE
11/04/2023
Percival Everett
Sospetto
Un narratore schietto, appassionante e intelligente Percival Everett, che con questo "Sospetto" ci regala un noir coinvolgente e spiazzante, dove quella che a primo acchito sembra una "semplice" storia, si rivela qualcosa di più, sia nella sua struttura narrativa che nel suo saper leggere uno dei lati più violenti e inquietanti d'America.

Dev'essere davvero un bel tipo Percival Everett, un talento letterario vero, costruito su tanto studio, cultura e una vita colma di esperienze e passioni. Classe 1956, nato nella base militare di Fort Gordon, Everett è laureato in filosofia e in biochimica e ha conseguito un Master of Fine Arts presso la prestigiosa Brown University di Providence. Appassionato di jazz, chitarrista, amante della vita all'aperto e degli animali, proprietario di un ranch e del mulo Thelonius Monk (sempre che sia ancora in vita, il mulo intendo) e grande esperto di pesca alla mosca, Percival Everett è un carattere eclettico, capace di spiazzare il lettore, anche quello che non ne conosce ancora l'opera in maniera profonda.

Prendiamo a esempio uno dei primi suoi libri pubblicati in Italia, Glifo, romanzo del 1999 uscito da noi per Nutrimenti nel 2007. In Glifo Everett racconta la storia di un bambino prodigio che nasce con un Q.I. altissimo e in pochi mesi di vita è già in grado di leggere e di sviluppare un pensiero critico finissimo, tanto che al suo confronto i genitori sembrano due perfetti idioti. Ciò nonostante Ralph, questo il suo nome, non si reputa così intelligente, perché non è ancora in grado di fare cose semplicissime come guidare o controllare la sua cacca.

Bene, storia e romanzo molto divertenti ma Glifo è uno scritto complicatissimo, sfidante, zeppo di riflessioni sulla costruzione della lingua, di dissertazioni filosofiche, con struttura ricca che vede appunti, note a margine e digressioni; un romanzo che richiede molto impegno e una buona preparazione, nonostante la storia di fondo sia molto sfiziosa.

Poi capita di riprendere in mano Everett dopo anni e trovi un Sospetto che è tutt'altra cosa, all'apparenza semplicissima (la lettura è più che agevole), ma spiazzante e profonda nella costruzione della storia travestita da semplice noir (che poi il vero noir non è mai troppo semplice, ma questo è un altro discorso).

 

Ogden Walker è un vicesceriffo in una contea poco popolata del New Mexico, vasti altopiani desertici ma anche poca distanza dalle montagne, quindi neve. Il romanzo si apre con una breve scena nei pressi di Las Cruces, a poca distanza da El Paso e Ciudad Juarez, alcuni dei luoghi più pericolosi al mondo. Ogden però è vicesceriffo di una località sperduta, un posto dove non succede mai nulla, ci sono pochi stranieri e la vita è monotona. Lo stesso Ogden fa difficolta a considerarsi un vero tutore dell'ordine: lavoro d'ufficio, giri di pattuglia di pura routine, il pensiero spesso alla natura e alla pesca, già passione del suo defunto papà.

A movimentare la tranquillità del luogo ci pensa l'anziana signora Bickers, una donna che vive in una casetta indipendente con cortile, portico, recinzione e tutto il resto. Una sera la donna sente qualcuno sul suo portico colpire pesantemente la porta; siamo nella patria delle armi, e per ciò la Bickers, spaventata, esplode due colpi mettendo in fuga il potenziale (e sconosciuto) assalitore. In realtà la donna, interrogata da Ogden, recatosi sul posto per requisire l'arma all'improvvisata pistolera, non ha idea di chi ci fosse stato su quel portico: avrebbe potuto essere un vicino, lo stesso vicesceriffo, il postino o chiunque altro, ma la donna si è presa la briga di sparare mettendo in pericolo la vita di chiunque fosse la persona alla porta, da qui la confisca dell'arma.

La donna non prende bene la notizia della confisca, come se avesse paura di rimanere senza protezione ma Ogden non riesce a tirar fuori informazioni utili dalla Bickers; forse la donna è diffidente perché Ogden è uno dei pochissimi neri della zona, magari è anche un po' razzista, così il vice si allontana per tornare in ufficio. Poco tempo dopo, però, la Bikers viene trovata morta in casa sua, e Ogden si troverà a dover fare per davvero il suo lavoro, non senza un po' di senso di colpa per non aver saputo leggere il pericolo, e a indagare su un caso che in breve tempo coinvolgerà anche altre persone e persino il celebre Federal Bureau of Investigation.

 

All'apparenza semplice, Sospetto ha in serbo per il lettore alcune sorprese. La prosa di Everett è molto coinvolgente, immediata, si districa nei risvolti della trama con la maestria che il genere richiede, ma la struttura è abbastanza originale, perché quello che all'apparenza sembra un romanzo diviso in tre parti si rivela in realtà essere una raccolta di tre racconti con una continuità data dal protagonista, dalla sua vita e dai suoi legami: la mamma di Ogden, lo sceriffo Bucky Paz, il collega nativo americano Warren Fragua.

Se nel passaggio dal primo al secondo racconto si può rimanere di primo acchito spiazzati, è nell'incedere della terza parte (o terzo racconto) che Everett è capace di far salire una progressiva inquietudine nel lettore, per arrivare poi a dichiarare in modo palese un percorso sul male che attanaglia l'America (come altri paesi). Un male che passa dall'omicidio al traffico di droga, dalla prostituzione all'inganno e, geograficamente, dal New Mexico all'attiguo Texas, in una cronaca di violenza che arriva in questo caso a contaminare anche la provincia più sonnolenta.

Se con libri come Glifo è possibile ammirare il lato più ostico e "alto" di Everett, con Sospetto ci si trova davanti a un narratore schietto, appassionante ma non meno intelligente, in entrambi i casi sempre appagante.