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TRACKSSOUNDIAMOLE ANCORA
Song For Whoever
The Beautiful South
1989  (Go! Discs)
POP
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06/06/2022
The Beautiful South
Song For Whoever
Quella che, all'apparenza, suona come una dolcissima canzone d'amore, è in realtà una critica sarcastica all'industria discografica del momento, colpevole di pubblicare canzoni pop in serie, senza porre alcuna attenzione alla qualità artistica

E’ il 22 ottobre del 1985, quando esce Flag Day primo singolo degli Housemartins, band proveniente da Hull, un piccolo centro del nord dell’Inghilterra, che in poco tempo conquista le classifiche di mezzo mondo con un guitar pop, brioso e politicizzato, influenzato da sonorità anni ’50 e ’60, dal gospel e dal doo-wop.

Due anni dopo, il gruppo capitanato dal cantante Paul Heaton e dal bassista Norman Cook (che nel 1998 conquisterà l’attenzione mediatica sotto lo pseudonimo di Fatboy Slim) è già virtualmente disciolto, nonostante sia all’apice della popolarità e abbia ottenuto un incredibile consenso di critica e di pubblico. Lo scioglimento ufficiale (e consensuale) arriva nel 1988, quando Heaton, con una lettera aperta (e molto ironica) indirizzata a NME, spiega le ragioni della precoce separazione, affermando, più o meno, che “non c’è posto per gli Housemartins nell’epoca di Rick Astley e Pet Shop Boys”.

Un anno solamente, e il cantante è di nuovo in pista con il progetto Beautiful South, messo in piedi insieme all’ex compagno Dave Hemingway e al chitarrista Dave Rotheray. Pronti, partenza e via, e nel 1989, il disco di debutto del gruppo, Welcome To The Beautiful South (il nome della band venne scelto ironicamente per ribadire le solide radici nordiste dei suoi componenti) scala le classifiche inglesi, trainato da un paio di singoli, Song For Whoever e You Keep It All In, che entrano nella top ten.

Certo, il disco ha un immediato impatto mediatico, a partire dalla copertina, in cui erano raffigurate due foto di Jan Saudek, una donna con una pistola in bocca e un uomo che fuma (venne stampata anche una cover alternativa) e per il contenuto dei testi, aspri e diretti nella loro critica sociale, così come lo erano state le liriche degli Housemartins. Il livello qualitativo delle undici canzoni in scaletta, un pop elegante e ad alto contenuto melodico, fa il resto, e basta ascoltare l’iniziale Song For Whoever, per rendersi conto di quanto fosse ispirata la scrittura di Heaton e soci.  

Quest’ultima è la perfetta pop song; perfetta, nonostante i sei minuti e dieci secondi di durata (ridotti a quattro per la pubblicazione come singolo), perfetta, grazie a una dolcissima melodia, che conquista fin dal primo ascolto. Basta chiudere gli occhi e farsi cullare delle note del piano e dal falsetto di Dave Hemingway per librarsi a mezz’aria, persi in un mondo in cui tutto è amore, leggerezza e gioia.

Meglio non conoscere l’inglese, però. Perché, diversamente, quella che suona come una dolcissima canzone d’amore diventa ciò che è in realtà: uno sfottò, uno sberleffo, una critica sarcastica nei confronti dell’industria discografica, colpevole di produrre pop in serie senza mai preoccuparsi dell’effettiva qualità delle canzoni. Il testo, dissacrante, racconta, infatti, la storia di un cantautore cinico che intesse rapporti amorosi con tutte le donne che incontra, per poter, poi, aver materiale per scrivere canzoni d’amore, che faranno la fortuna, sua e della casa discografica. Ma non c’è amore per le donne immortalate nelle sue parole, sono solo nomi senza volto e senza anima, che danno il titolo alle canzoni, ma di cui lui non ricorda nulla: “Oh Shirley, oh Deborah, oh Julie, oh Jane, Ho scritto tante canzoni su di te, Ma dimentico il tuo nome, dimentico il tuo nome. Anche Jennifer, Alison, Phillipa, Sue, Deborah, Annabel, Ho dimenticato il tuo nome”. Una catena di montaggio del pop, insomma, il cui unico scopo è il guadagno.

Il brano arrivò al secondo posto delle classifiche inglesi, nonostante l’etichetta della band, la Go! Discs, la ritenesse troppo debole e puntasse, invece, su un altro brano, From Under the Covers. Fu Heaton a battersi furiosamente per settimane perchè Song For Whoever fosse pubblicata come primo singolo. Ed ebbe ragione, dal momento che la canzone spianò la strada del successo ai Beautiful South, una band che, fino allo scioglimento, avvenuto nel 2007, vendette più di quindici milioni di dischi in tutto il mondo.