Dopo Le lycéen di Christophe Honoré ci occupiamo ancora di cinema francese e di adolescenza, lo facciamo andando su un'opera di Louis Malle, regista classe 1932 tra i maggiori esponenti della Nouvelle Vague del cinema d'oltralpe (anche se Malle non sente di appartenergli fino in fondo), "movimento" nato sul finire degli anni Cinquanta e che tra alti e bassi sfornò pellicole fino agli anni Settanta del secolo scorso.
Proprio nei Settanta esce questo Soffio al cuore, nel 1971 per la precisione, film con il quale Malle torna al suo ambiente preferito, quello della borghesia francese (da cui egli stesso proviene) con un focus sul periodo dell'adolescenza e con al centro un ragazzino di quattordici anni che muove i suoi primi passi nell'esperienza del diventare uomo.
A differenza di ciò che accade in molti altri film a tema qui l'approccio di Malle alla materia è leggiadro e scherzoso, spesso molto divertente e narrato con una struttura capace di mettere sì al centro di tutto il protagonista bambino ma ritagliando ruoli di grande importanza anche per i vari altri membri appartenenti alla famiglia del giovane Laurent, soprattutto per quello di mamma Clara, interpretata da un'ottima Lea Massari.
La famiglia Chevalier è composta da un nucleo di cinque persone: mamma Clara (Lea Massari) è una casalinga molto vitale di origini italiane, una donna bella e piacente, papà Charles (Daniel Gélin), all'apparenza più posato e serioso, è un affermato ginecologo, Laurent (Benoit Ferreux), che è il piccolo di casa, ha quattordici anni e deve subire gli scherzi e le uscite goliardiche dei due incontenibili ma affettuosi fratelli maggiori, Thomas (Fabien Ferreux) e Marc (Marc Winocourt).
Arriva per Laurent l'età in cui un ragazzo inizia a interessarsi all'altro sesso, così il giovane comincia a guardare le ragazze con una curiosità diversa, spinto anche dai due fratelli (di poco) maggiori che gli lasciano intendere di saperla lunga sull'argomento. Il sesso non è un tabù intoccabile in casa Chevalier, la famiglia è capace di scherzare su tutto, mamma Clara ha inoltre un rapporto molto aperto e confidenziale con i suoi figli.
Quando a Laurent viene diagnosticato un lieve soffio al cuore, questi è costretto a passare un periodo di tempo in una struttura di riposo e recupero, accompagnato dalla madre avrà qui modo di vivere una sorta di vita nuova a contatto con altri giovani pazienti; qui le ragazze non mancano e Laurent avrà occasione di fare incontri interessanti ed esperienze importanti, almeno una delle quali trascende gli usuali percorsi di formazione previsti per l'età dell'adolescenza.
Louis Malle ambienta questo racconto di un'adolescenza nei primi anni Cinquanta; il protagonista è un quattordicenne con gusti molto adulti: ama il jazz sofisticato, ascolta Charlie Parker, legge autori impegnati come Camus, alcuni di questi, anche molto celebri, li snobba con sufficienza, ha conversazioni erudite con i compagni e inizia a interessarsi alle donne. La sua dimensione di ragazzino prende corpo in famiglia, con gli scherzi e gli scontri amichevoli con i due fratelli, con le coccole della madre, qualche rimbrotto del padre.
Nel descrivere questa famiglia borghese e i costumi del tempo come lo svezzamento dei ragazzini nelle case chiuse, Malle adopera un registro molto leggero che continua a mantenere, cosa questa parecchio inusuale, anche quando la narrazione si sposta su temi molti delicati come quelli dell'incesto, pratica di certo non da prendere alla leggera ma che il regista francese riesce a inserire con una maestria senza pari in maniera naturale e indolore all'interno della narrazione che non perde mai toni e ritmi della commedia intelligente ma dalla mano leggera.
Di contorno sono diversi gli accenni ai vizi d'epoca probabilmente davvero dibattuti nelle case borghesi in quegli anni, a partire dalle opinioni sulla politica coloniale francese, sulla religiosità (c'è il prete a cui pare i ragazzini non dispiacciano) e in genere sulla morale che è in Soffio al cuore argomento più che centrale. Film ancora oggi molto godibile, inusuale nel rapporto tra temi e toni, si affronta tutto con una leggiadria propedeutica all'accettazione, cosa affatto banale.