La carriera di Tasmin Archer, cantante inglese di origini indiane occidentali, è stata improntata su un profilo bassissimo. Understatement, lo chiamano gli inglesi, una scelta fortemente voluta dalla songwriter, che del successo e dell’esposizione mediatica, proprio non voleva saperne nulla. E non è un caso che il titolo suo disco d’esordio, Great Expectations, ispirato dall’omonimo romanzo di Charles Dickens (la cui morale è che i soldi non danno la felicità) suonasse come un promemoria per restare coi piedi per terra.
Il successo, tuttavia, arrivò lo stesso, grazie a Sleeping Satellite, primo singolo estratto dall’album, ma la Archer non cavalcò mai l’onda della fama, cercando sempre più spesso la penombra rispetto alla luce abbagliante dei riflettori. Dopo l’esordio, non pubblicò altro materiale fino al 1994, quando rilasciò uno splendido EP intitolato Shipbuilding, composto di sole quattro cover di Elvis Costello e alcune versioni live o alternative delle canzoni del suo primo album. Il suo disco successivo, Bloom (1996), seppur di buon livello qualitativo, non riuscì a entrare in classifica, il contratto con la Emi venne sciolto, e la Archer si prese qualche anno di pausa dalla musica, per tornare un decennio dopo con On, un lavoro passato totalmente sotto silenzio.
Sleeping Satellite, però, le regalò un ottimo ritorno di vendite e quella visibilità che, nelle interviste, continuava a ripetere che non vedeva l’ora finisse. Il brano fu scritto nel 1988 dalla Archer insieme a John Beck e John Hughes, un musicista che aveva incontrato mentre lavorava ai Flexible Response Studios di Bradford, in Inghilterra. I tre si legarono da una stretta amicizia, e sia Beck che Hughes diventarono membri stabili della sua backing band e coautori dei suoi brani: ogni canzone del suo primo album, infatti, è stata scritta a sei mani. All'inizio, il trio si faceva chiamare The Archers, ma la denominazione non faceva breccia nell’immaginario delle case discografiche. Fu così che Tasmin si presentò come solista, e nel 1990 ottenne un contratto con la Emi, con cui registrò, dopo un anno di lavoro, il proprio esordio. L’impatto su pubblico e critica fu estremamente positivo, grazie, come detto, al traino del singolo, Sleeping Satellite, che in quell’anno fini per intasare l’etere radiofonico di numerosi passaggi, Italia compresa.
Questo brano, così evocativo, suona come se parlasse di una relazione d’amore finita, bruscamente interrotta; in realtà, il suo significato è più letterale. Il "satellite dormiente" è la Luna, e la canzone parla di come gli esseri umani abbiano smesso di volerla raggiungere. Una volta che la "corsa allo spazio" fu vinta dagli Stati Uniti, che fecero sbarcare un uomo sulla luna nel 1969, con la missione Apollo 11, l'interesse per l'esplorazione lunare diminuì: per molti si trattava più di competizione che di scoperta. “Siamo volati sulla Luna troppo presto? Abbiamo sprecato l'occasione, nella fretta della gara”, canta la Archer. E ancora: “Abbiamo perso ciò che serve per avanzare? Abbiamo raggiunto il picco troppo presto? Se il mondo è così verde, allora perché urla sotto una luna blu?”.
Questi ultimi versi, poi, sottendono un significato ancora più profondo, e si riferiscono al modo in cui gli umani trattano il pianeta terra, la loro casa. Il riscaldamento globale non era una grande preoccupazione nel 1992, ma gli ambientalisti hanno avvertito che avremmo affrontato delle conseguenze se avessimo continuato a inquinare il pianeta. Inoltre, qualsiasi pensiero di colonizzare la Luna è stato a lungo dimenticato, lasciandoci tutti bloccati sulla Terra, ma allo stesso tempo predisposti a distruggerla. Pochi stavano pensando a queste cose in quel momento, motivo per cui il significato della canzone è rimasto latente, ma decenni dopo il messaggio si è rivelato preveggente, poiché la minaccia del cambiamento climatico si è rivelata molto reale.
Sleeping Satellite è una brillante canzone pop soul dalla bellezza ipnotica, ambigua perchè ricca di significati, e sorretta da un ritmo silenziosamente propulsivo che la rende tanto potente quanto seducente. Strano a dirsi, ma In America il brano ha ottenuto un modesto posizionamento in classifica, arrivando solo alla trentaduesima piazza, pur suonando per anni su molte stazioni radio, ben oltre la data di pubblicazione. Altra storia in Europa, dove in molti paesi raggiunse la top ten (in Italia si classificò terza), mentre in Inghilterra conquistò la prima piazza e valse alla Archer il premio come miglior esordiente britannico ai BRIT Awards nel 1993.
Curiosità. Dopo la pubblicazione del brano, si è creato uno stretto legame fra la ESA (Agenzia Spaziale Europea) e la cantante, che, di tanto in tanto, viene invitata a cantare per gli astronauti in missione per l’agenzia.