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REVIEWSLE RECENSIONI
Sleep On The Wing
Bibio
2020  (Warp Records)
IL DISCO DELLA SETTIMANA ELETTRONICA POP
8,5/10
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29/06/2020
Bibio
Sleep On The Wing
Un magnifico manifesto per un mondo alternativo sonoro: dove la musica può essere straordinariamente elettrizzante e stentorea senza l’ausilio di elettricità e amplificazione, restando carezzevole e sussurrata dalla prima all’ultima nota.
di Andrea C. Soncini

La strategia personale di Stephen Wilkinson – Bibio nella versione artistica - è quella di fare seguire a un lavoro sulla lunga durata una sorta di coda che si presenta sotto forma di EP. A Ribbons, disco del 2019, il musicista inglese aggancia idealmente e sonicamente Sleep On The Wing, dieci brani che tessono le lodi e la meraviglia del lato bucolico della vecchia, immutabile, Britannia che non contempla metropoli, città, grossi centri urbani.
Wilkinson: “Per me il panorama rurale britannico è sempre stato fonte di infinita meraviglia, e le sensazioni che cerco di trasmettere in parte della mia musica provengono proprio dal desiderio di trovarsi al centro di tali, uniche, qualità”.
Bibio sa quello che dice e non tradisce gli intenti, approntando un campionario di brani che potrebbe essere il manifesto di un nuovo corso del folk inglese che guarda al passato con amore e reverenza: Miss Blennerhassett, Awpockes che allude alla classica derivando da uno studio di Bach, Watched Thus, The Heron Is All Poll; ma va ben oltre, gettando le basi di quello che potrebbe diventare un nuovo movimento che fa dell’afflato acustico-pastorale la propria forza.
Quello di Sleep On The Wing – che prende spunto da ciò che si dice sulle rondini, che riescano a dormire in volo facendone l’uccello che più di ogni altro trascorre la vita solcando i cieli – è un magnifico manifesto per un mondo alternativo sonoro:  dove la musica può essere straordinariamente elettrizzante e stentorea senza l’ausilio di elettricità e amplificazione, restando carezzevole e sussurrata dalla prima all’ultima nota. Commovente, persino, echeggiante un Eden che beato lui, Wilkinson è riuscito a individuare nella campagna della sua terra. È sorprendente anche la sottile linea acustica che accomuna questo lavoro e i Genesis che parrebbero lontani nel tempo e nello spazio, ma risulta impossibile non ricordare come nella già citata Awpockes, Bibio fa ciò che Steve Hackett aveva realizzato con Horizons nel 1972 sull’album Foxtrot, mentre brani come A Couple Swing, Lightspout Hollow, Otter Shadows sono assimilabili a una vasta teoria di musica acustica registrata da Anthony Phillips, primo chitarrista della gloriosa band, che inoltre – curiosamente –  ha inciso un intero lavoro intitolato Tarka, The Otter.
Ma a completare Sleep On The Wing ci sono anche brani che si assestano sul confine di certo pop ingentilito e ricercato, vuoi se non altro per l’approccio vocale, come Sleep on the Wing e Oakmoss (che ricordano i King Of Convenience); e ancora A Couple Swim sintonizzato sul mai troppo incensato Angelo Branduardi di La Luna, The Milky Way Over Ratlin esemplare di rara purezza, e Crocus che si distingue su tutti per una singolare, brumosa, alienità.
Vanno infine spese alcune parole sulla copertina, poiché grazie a Dio, Wilkinson è un artista che crede in tutti gli aspetti che compongono un disco. Dice: “Volevo un artwork che rappresentasse il mondo visto dalla prospettiva della rondine, ma era altrettanto importante che il paesaggio fosse tipicamente britannico”. E Chris Wormell, l’autore dell’illustrazione, ha centrato in pieno le aspettative del musicista rendendo Sleep On The Wing un lavoro riuscito in tutto e per tutto. Senza tempo, senza cedimenti. Con uno spirito che va oltre la cerchia umana.


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