Gli svedesi Backyard Babies sono immarcescibili, e lo sono in tutti i sensi. Perché festeggiare i trent’anni di carriera, credo ne converrete, non è da tutti; e soprattutto, questo è l’aspetto saliente, non è da tutti dopo trent’anni essere ancora così pimpanti e cazzuti.
Certo, la formula del loro rock ‘n’ roll è da sempre la stessa e non presenta guizzi di originalità (e francamente nemmeno ce li saremmo aspettati). Eppure, anche in questo Silver And Gold, le chitarre sono arroventate al punto giusto, i ganci melodici colpiscono il bersaglio con facilità estrema e quel mood cazzaro, che da sempre li contraddistingue, non ha perso un briciolo dell’originaria strafottenza.
Trentasei minuti per dieci canzoni che viaggiano veloci con il consueto minutaggio che supera di poco i tre minuti, a eccezione della conclusiva Laugh Now Cry Later, lunga e virile ballata per pianoforte e chitarra, che chiude il disco con un tocco di malinconica dolcezza e quella voglia di far brillare gli accendini e cantare tutti insieme lo splendido ritornello.
Il resto del disco è una bella tirata a rotta di collo in perfetto stile Backyard Babies, a partire dal tiro pazzesco di Yes To All No, posta a metà album, e capace di spiazzare, mescolando chitarre graffianti, melodia uncinante e il tocco seventies di un flauto che spunta improvvisamente dal nulla. L’inizio scalpitante di Good Morning Midnight apre il disco con una derapata punk’n’roll che manda al tappeto, Shovin’ Rocks è il classico pezzone di puro divertimento che arpiona all’ascolto con un ritornello sbruffone e facile da canticchiare, 44 Undead è un singolo di grande appeal radiofonico con le chitarre lancia in resta e un tocco di epicità, mentre la title track è puro divertissement pop punk alla Green Day.
Silver And Gold è un disco agile, veloce e grintoso, che non aggiunge nulla di nuovo a una carriera pressoché impeccabile e che ci restituisce, a quattro anni di distanza dal precedente Four By Four, una band in forma smagliante e vogliosa di divertirsi e farci divertire. In fin dei conti lo scopo ultimo del rock’n’roll è soprattutto questo. O no?