Agli esordienti è solito consigliare di scrivere sempre di ciò che si conosce, consiglio questo che Fatih Akin per il suo lungometraggio d'esordio osservò più o meno alla lettera. Il regista tedesco di origini turche è qui anche sceneggiatore e per questa sua prima opera attinge agli ambienti non sempre salubri della sua gioventù; ritorna così ai tempi in cui nel distretto periferico di Amburgo che va sotto il nome di Altona (più di 250.000 abitanti), Fatih frequentava le gang locali, erano anni in cui i rapporti tra tedeschi e figli di immigrati non sempre erano semplici e distesi.
Come il regista stesso è poi riuscito a tirarsi fuori da giri poco puliti così tenta di fare il protagonista principale di questo Short sharp shock, titolo internazionale della pellicola che non trovò grande risalto qui da noi nonostante la menzione al festival di Locarno; il regista infatti, che oggi gode anche in Italia di una certa fama, si fece conoscere solo diversi anni più tardi con film come La sposa turca (2004) o Soul kitchen (2009).
C'è da dire che questo Short sharp shock, magari corredato di una buona traduzione nel titolo, avrebbe sicuramente meritato maggior visibilità e un'attenzione degna di un esordio vitale e già ben calibrato e molto ben riuscito. Per fortuna il cinema resta e alcune pellicole come questa si fa sempre in tempo a recuperarle.
Il turco Gabriel (Mehmet Kurtulus) esce di galera e torna nel suo vecchio quartiere di Altona, ad Amburgo, torna dalla famiglia e dalla sorella Ceyda (Idil Üner), dai suoi amici, il serbo Bobby (Aleksandar Jovanovi?) e il greco Costa (Adam Bousdoukos) che attualmente sta frequentando proprio Ceyda. Il ritorno del giovane si trasforma ben presto in un giorno di festa, non solo per la famiglia ma anche per i due amici che per Gabriel, contraccambiati, provano un amore fraterno e sincero.
L'incontro si apre davvero su una festa, si sposa infatti il fratello di Gabriel, questi offre un lavoro onesto al fratellino minore il quale sembra davvero intenzionato ad accettarlo e a rigar dritto, a maturare e crescere, a entrare nella società degli onesti e magari col tempo metter su famiglia. Ma Bobby e Costa non hanno le stesse intenzioni, forse perché non hanno provato la galera da vicino; il primo intenzionato a entrare nel giro della mala albanese alle dipendenze di Muhamer (Ralph Herforth), il secondo troppo sfaccendato e fuso per smettere di rubare.
I due ragazzi non sono cattivi, anzi, sarebbero anche due elementi di buon cuore, hanno però una grande capacità di ficcarsi nei pasticci e l'ambiente circostante non è dei migliori e non perdona, sarà proprio Gabriel a dover intervenire per sistemare i guai dei suoi compari, in più c'è anche Alice (Regula Grauwiller), la bella donna di Bobby...
Forse le strade di Altona non sono proprio le mean streets scorsesiane ma la vitalità criminale e i legami interpersonali, così tragici, sinceri, legati da amore e morte, sono più o meno gli stessi.
Quella di Fatih Akin è una visione della violenza credibile e misurata, seppur tragica mai calcata, parossistica o messa in ridicolo e ha del romantico la parabola di questi tre amici che si conoscono da sempre, i legami con le loro donne, mai sussidiarie e protagoniste anche loro a tutto tondo, donano profondità a un racconto che trova da subito uno stile narrativo e un equilibrio tale da permettere a questo Short sharp shock di imprimersi nella memoria ed esser ricordato (se se ne fosse solo parlato di più ai tempi...).
Colorito e vivace lo spaccato multiculturale della Germania degli immigrati: tedeschi, albanesi, greci, serbi, balcanici, in un melting pot ricco e allo stesso tempo carico di tensioni e pericoli; in questo scenario Akin fa crescere i suoi personaggi e trova un gruppo di interpreti poco noti ma dai volti giusti che poi ricorreranno nel suo cinema, ottima l'intesa tra i tre ragazzi capaci di costruire un gruppo affiatato al quale ci si affeziona molto presto.
Esordio che cattura, una visione soddisfacente non solo per gli amanti del genere criminale, chiaro esempio di come l'incrocio di culture abbia qui portato i suoi frutti, Akin un regista sicuramente da approfondire.