Difficile trovare un senso a questo nuovo prodotto seriale del Marvel Cinematic Universe. La serie dedicata a She-Hulk sembra qualcosa di poco catalogabile (nulla di male in questo, anzi) ma ancor più dà l'impressione di essere un qualcosa che non ha, e non cerca nemmeno di avere, una direzione precisa verso la quale dirigersi. Si punta su una serie di nove episodi di durata tutto sommato breve - e questa è stata una mossa molto indovinata in casa Marvel - che vive molto della trovata estemporanea, della situazione, della gag e anche (o soprattutto) di lussuosissimi ospiti, a partire dall'ovvia presenza di Mark Ruffalo nei panni dell'incredibile Hulk per continuare poi con un Tim Roth in forma splendida nei panni di Abominio fino ad arrivare, senza timor di spoiler (ormai ne hanno parlato tutti), all'introduzione ufficiale nel MCU di Daredevil anche lui inserito nel serial con una vena parecchio ironica. Non parliamo poi di Wong (Benedict Wong) che sta diventando come il prezzemolo. Ne viene fuori una comedy supereroica un po' bislacca, discontinua, che presenta dei bei momenti, passaggi divertenti e qualche calo di interesse comunque attutito dalla brevità delle puntate, se si guarda la serie senza troppe pretese non è escluso che alla fine la si possa trovare anche divertente.
Durante un incontro di famiglia Bruce Banner (Mark Ruffalo) e sua cugina Jennifer Walters (Tatiana Maslany) hanno un incidente d'auto a causa di un incontro ravvicinato del terzo tipo. I due rimangono feriti e un po' del sangue condito ai raggi gamma di Bruce, a.k.a. the Hulk, finisce sul braccio ferito di Jennifer contaminandola e dando vita alla sensazionale She-Hulk, una versione femminile e meno potente del colosso verde ma anche più equilibrata e in pieno possesso della capacità di traslare a comando da Jennifer a She-Hulk e viceversa.
I veri guai iniziano quando Jennifer, che di mestiere fa l'avvocato, durante un'udienza è costretta a trasformarsi per arginare uno scriteriato attacco da parte della super criminale (o imprenditrice?) Titania (Jameela Jamil); in seguito all'evento Jennifer perderà il lavoro ma ben presto riceverà un'offerta da un grosso studio che sta aprendo una sezione per casi in cui sono coinvolti super esseri. Ovviamente lo studio vuole She-Hulk e non Jennifer Walters come sua rappresentante, cosa che alla piccola Jennifer secca parecchio.
Il primo caso di cui Jennifer dovrà occuparsi è la difesa di Abominio (Tim Roth), situazione delicata visto che Emil Blonsky (il vero nome di Abominio) aveva in passato cercato di uccidere il caro cugino Bruce. L'uomo ora sembra redento e in procinto di diventare una specie di santone, un guru per supertizi in difficoltà, ma questa situazione ingarbugliata sarà solo una delle tante di fronte alle quali si troverà a dover far buon viso a cattivo gioco la nuova e verdissima She-Hulk.
L'impressione generale è che nello sviluppo di questa serie dedicata a She-Hulk non si sia riusciti a mettere a fuoco non tanto il personaggio, che è sufficientemente caratterizzato, quanto lo scenario in cui farlo muovere. C'è un certo percorso di crescita e di presa di consapevolezza della protagonista sballottato però tra alti e bassi, puntate senza senso alcuno, personaggi fastidiosi e avversari dimenticabilissimi.
In più c'è da dire che la realizzazione di She-Hulk e la computer grafica utilizzata per la sua resa visiva non sono all'altezza delle produzioni moderne, spesso l'eroina sembra rigida, impacciata e poco naturale, decisamente meglio allora la prova della Maslany nei panni della meno accattivante Jennifer (nonostante abbia ricevuto qualche critica) che almeno ha tutta l'aria di una ragazza normale.
All'interno delle puntate, al netto della rottura della quarta parete che oggi non meraviglia più nessuno, ci sono dei momenti decisamente riusciti, pensiamo al contatto tra protagonista e autori della serie (con tanto di Kevin Feige versione robot) o all'omaggio riuscitissimo e davvero spassoso all'Hulk di Lou Ferrigno degli anni 80. Poi c'è Tim Roth che è una delizia. Insomma, con parecchi difetti in conto ma anche con diverse frecce al suo arco alla fine una sufficienza She-Hulk: Attorney at law se la porta a casa; certo, in previsione di una seconda stagione, ci sarà da lavorare parecchio (e meglio) per evitare di rendere prodotto e personaggio del tutto trascurabili. In fondo She-Hulk dovrebbe spaccare!